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Testo e foto di G. Bari

L’alimentazione dei nostri amici d’acquario sembra facile, sembra... certo, ci possiamo affidare tranquillamente ai vari mangimi ed alimenti di origine animale, vegetale o misti, liofilizzati, polverizzati, pellettati, arricchiti o meno con vitamine, ma a lungo andare, ci ritroveremo noi privi d’interesse, annoiati nella nostra routine di dispensatori di quotidiana cibaria e loro, i nostri pesci, quasi svogliati nell’alimentarsi, se non con qualche problema da risolvere: occlusioni intestinali ed avitaminosi sono ovvie conseguenze di una somministrazione continuativa od esclusiva di uno o pochi alimenti. La parola chiave è variare. Occorre diversificare l’alimentazione, magari somministrando ai nostri ospiti una qualsiasi cosa che abbia dentro di sé o rappresenti uno “stimolo naturale” per far riemergere qualche inattesa


larve di Tenebrio moltor

Adulto di Tenebrio moltor

Larve di Galleria triellonella

Adulto di Tenebrio moltor

Blattoidi

forma comportamentale di predazione, così da farci comprendere come il gruppo sia stratificato socialmente. Dobbiamo variare l’alimento inteso come secco e liofilizzato, sia nella forma che nel colore, nel contenuto (grassi, proteine, vitamine) come nel diverso comportamento in acquario (tipo “sali-scendi”, galleggiare, andare sul fondo, ecc.): Tale tipo di dieta va poi integrata con un’alimentazione naturale, con cibo allevato da noi (o comprato vivo), tenendo conto delle effettive esigenze dell’organismo che vogliamo nutrire, sia esso in età giovanile e quindi in fase di crescita accelerata, oppure sia esso un adulto e quindi desideroso di riprodursi oppure di “grattarsi la pancia”! Nei negozi specializzati si possono acquistare larva di Chironomus e di Culex, di Tubifex, uova di Artemia salina sgusciate con naupli pronti alla fuoriuscita, Daphnia e colture di avvio di Mikro, piccoli e sottili Nematodi appartenenti alle specie Anguillula silusiae e Turbatrix aceti. Artemia e Mikro si rivelano utilissimi ed indispensabili nell’alimentazione iniziale degli avannotti. Nei negozi di “caccia e pesca” possiamo reperire lombrichi, vermi salterelli (Perinereis rullieri) e bigattini o cagnotti (Calliphora vicina, Sarcophaga carnaria e Lucilia caesar). In ogni caso bisogna ricordarsi che essendo questi ultimi utilizzati per la pesca sono stati trattati con forti dosi di caffeina per aumentarne la rigidezza, la gommosità e la mobilità in acqua (praticamente indigeribili!). Si consiglia quindi una stabulazione di 3-4 giorni su farina e ripetuti lavaggi in acqua corrente. Nel caso dei Ditteri (bigattini) ciò che preoccupa maggiormente è la presenza nelle larve di cadaverina (sostanza organica azotata estremamente tossica) che si forma per fermentazione batterica a carico di fibre animali. Un pasto costituito da 3-4 bigattini non stabulati e “puliti” può essere letale. La maggior parte degli organismi elencati appartiene alPhylum Artropoda ed alla Classe degli Insetti. La loro caratteristica principale, a parte il corpo articolato in metameri, è di avere uno scheletro esterno (cuticola) costituito da chitina (polisaccaride impregnato di proteine) molto resistente e che in definitiva rappresenta la scoria principale di un’alimentazione basata sul loro utilizzo. Perciò il substrato utilizzato per allevare tali organismi deve essere realizzato in maniera opportuna per rendere più morbida possibile tale cuticola. In effetti tali insetti sono facilmente allevabili: basta un contenitore di plastica chiuso ermeticamente, ma con fori per far passare l’aria protetti da una retina a maglia stretta. La temperatura ottimale è sui 25° C e l’umidità intorno al 70%. Un alampadina a basso wattaggio garantirà il riscaldamento dell’allevamento. Per il ricovero di tale contenitore si può usare un vecchio armadio od un ripiano di libreria chiuso da un vetro scorrevole o la soffitta. Come già detto prima per l’inoculo ci si può rivolgere ai laboratori di ricerca oppure alle ditte specializzate, oppure al “fai da te”, andando a caccia in campagna e nei boschi. Non dimentichiamo infatti che nel nostro giardino o passeggiando per la campagna possiamo catturare ed allevare coleotteri, cavallette, larve di ditteri e lepidotteri. E’ però importante ricordare che l’ambiente che ci circonda ha un equilibrio molto delicato e la nostra sola presenza può recare danni, per cui non esagerate nei prelievi di materiale biologico.
Ma ecco alcuni esempi di allevamento fai da te per camole, Tignole e Piralidi della farina.

Famiglia Galleridae
Genere Galleria
Specie G. Mellonella (L.)
Camola del miele, tarma grande della cera o degli alveari.

Famiglia Phycitidae
Genere Ephestia
Specie E. kuehniella Zeller
Tignola grigia della farina e delle provviste.

Famiglia Pyralidae
Genere Pyralis
Specie P. Farinalis (L.)
Piralide della farina.

Si tratta di bruchi identici da 1 a 2 cm di lunghezza. Sono specie adattatesi alle condizioni climatiche mediterranee, tanto da accompagnare l’uomo fino a casa: la presenza di cereali od affini ne facilita l’esistenza. Infatti la femmina depone fino a 350 uova da cui nascono altrettante larve, che si nutrono di farine e derivati del grano, dell’orzo e delle altre graminacee. Dopo 4 e più mesi le larve si trasformeranno in farfalline grigiastre con un’apertura alare di circa 2 cm. Per allevarle tutto l’inverno è consigliabile raccogliere le crisalidi e porle in una scatola con nuovo substrato. Dopo un mese si avranno nuovo bruchi.

Valore nutritivo: proteine 70,3% - lipidi 16,4%- scorie scarse per le larve (6%) e medio alte per gli adulti (30%).

Contenitore: scatole in PB chiuse da rete metallica o calze di nylon per valido arieggiamento (fate molta attenzione alla perfetta ermeticità!).

Temepratura : 25-30° C. Hr :60%.

Substrato nutritivo: 100 gr farina bianca, 100 gr farina gialla, 100 gr germe di grano, 100 gr latte in polvere, 80 gr lievito, 200 gr miel, 100 gr glicerina. Miscelare bene i vari ingredienti ed alla fine aggiungere l’acido Idrossibenzoico. Per la Camola aggiungere pari quantitativo di cera prelevandola da vecchi favi o telaini comprati presso qualche allevatore d’api.
L’allevamento è semplice e adatto per pesci di media taglia.