raccolte da Giorgio Melandri, foto Giorgio Melandri e Paolo Salvagiani
le foto sono state fatte nell'acquario descritto nell'articolo Jardin d'hiver AIC speciale2/98

Mi piaceva indagare quale fosse l'idea di acquariofilia che si evolve alle soglie del nuovo secolo. Ho pensato che chiederlo a dei personaggi importanti in questo mondo fosse un modo per farlo. E' difficile porre una domanda diretta e dare una risposta precisa, per questo ho scritto alcune domande e le ho spedite a studiosi, acquariofili e viaggiatori. Nelle loro risposte ho individuato, pur nei diversi approcci a questo hobby, un orientamento ed una linea comune e cio è che un'idea moderna di acquariofilia passa necessariamente per un acquariofilo naturalista. Il cuore del nostro modo di fare acquariofilia, lo abbiamo detto ormai tante volte, è proprio questo: essere prima dei naturalisti e poi degli acquariofili e mai come prima abbiamo a disposizione delle opportunità utili a realizzare questo percorso. Io vedo l'acquario come uno strumento per costruire un rapporto con la natura e l'ambiente, non come fine ultimo della nostra passione. Ancora una volta mi viene in mente il titolo di un bellissimo libro che suona nella mia testa come una formula magica, "Naturalisti curiosi", di Niko Tinbergeen.
Giorgio Melandri


A destra Aulonocara baenschi "Benga"
Sotto Iodotropheus sprengerae

Qui di seguito trovate le risposte che mi hanno dato Juan Miguel Artigas Azas (JMAA), Uwe Werner (UW), Ad Konings (AK), Ole Seehausen (OS), Philippe Burne l(PB), Melarne Sriassny (MS). Tradotte dall'inglese e sintetizzate da Daniela Rizzo.

D: Secondo la tua opinione qual è oggi la situazione dell'acquariofilia?

JMAA: Migliore di quanto non sia mai stata, sia per la maggior disponibilità di informazioni sia perch é la gente cerca degli interessi al di fuori della sfera lavorativa.

UW: Rappresenta un legame con la natura importante anche quando gli acquariofili non sono appassionati e specializzati

AK: In generale, per i paesi che conosco, l'acquariofilia non è mai stata ad un livello così alto. Molte persone diventano acquariofili (non solo ciclidofili) e possono trovare un'enorme varietà di pesci ed avere la possibilità di mantenerli in buone condizioni. Penso che questo hobby riesca a mantenere la gente in contatto con la natura.

OS: E' difficile da dire perch é ci sono troppe diverse sfaccettature. Comunque questo hobby è una porta sulla natura anche per persone che hanno perso il contatto con l'ambiente. Il profilo educativo è importante, bisognerebbe stringere i rapporti tra gli scienziati e studiosi e gli hobbyisti ricercatori.

MS: C' è fermento e coinvolgimento nei riguardi della salvaguardia ambientale.

D: Qual'è la tua idea di acquariofilia moderna

JMAA: L'acquariofì lia è in continua evoluzione, oggi gli appassionati sono più coinvolti nell'osservazione comportamentale dei pesci e nella conservazione delle specie minacciate in natura. Anche il nostro piccolo acquario è diventato un mezzo per contattare persone in tutto il mondo.

UW: Molti acquariofì li pensano che l'acquario richieda un'attrezzatura tecnica ricca e complicata. Io penso che l'acquario di oggi sia invece molto semplice.

AK: Non conosco l'Italia, ma negli USA sono molti gli acquariofì li che ospitano i pesci in situazioni innaturali e sbagliate. Premesso che l'acquario è di persé qualcosa d'innaturale, credo però che vi sia un modo di creare un ambiente che assomigli a quello naturale, ma purtroppo non sono molti gli acquariofì li che sono disposti a spendere denaro ed energie per arrivare a questo risultato.

OS: L'allevamento in cattività deve sempre più tener conto delle condizioni in cui vivono in natura le diverse specie, della loro ecologia ed etologia e per rispettare tutto ciò occorre leggere molto.

MS: L'acquario è un mezzo per avvicinarsi alla natura e venire a conoscenza dei gravi rischi ambientali che il nostro pianeta sta correndo.

D: La cultura naturalista ed ambientalista può cambiare od aver cambiato l'acquariofilia?

JMMA: E' lo stesso hobby a far sviluppare una cultura naturalista

UW: Ci potranno essere delle restrizioni, in ogni caso gli appassionati potrebbero preoccuparsi di più per i loro ospiti. AK: Ci deve essere lo studio preventivo per allevare gli esemplari di cattura, meglio è rivolgersi alle specie riprodotte in acquario, più robuste e meno costose. Acquariofì li esperti e studiosi possono contribuire al mantenimento in cattività di specie minacciate in natura con programmi di riproduzione mirata.

OS: Può darsi, ma è difficile quantificare il suo impatto, comunque oggi c' è maggior interesse per ricostruire un angolo di natura in acquario piuttosto che vederlo come una gabbia per pesci.

D: Qualcuno pensa che gli acquari pubblici tenderanno a scomparire, così come gli zoo. Pensi che queste strutture siano invece in grado di evolversi per rispondere alle esigenze della gente di un nuovo rapporto con la natura?

JMAA: Penso che gli acquari siano al centro di un sistema educativo che miri anche a catturare l'interesse del pubblico nei riguardi della natura. Certo molti acquari pubblici hanno promosso studi sugli habitat di determinati tipi di fauna. Io amerei vedere in ogni acquario la specie locali ambientate il più naturalmente possibile.

UW: Gli acquari pubblici rimarranno un modo "facile" per incontrare la natura.

AK: Né gli acquari, né gli zoo spariranno, ma si evolveranno. Già si vedono i primi cambiamenti perch é la gente preferisce osservare gli animali in ambienti il più naturale possibile. Gli acquari potrebbero specializzarsi ulteriormente dedicandosi solo a determinati gruppi di specie.

OS: La tendenza è quella di creare strutture con vasca sempre più grandi per ricreare il più fedelmente possibile ecosistemi naturali. La richiesta di osservare gli animali in ambienti naturali ha già costretto molte strutture ad adeguarsi, per gli acquari pubblici è più semplice che per gli zoo perché è più facile dare il giusto spazio ad un ciclide piuttosto che ad una giraffa.

PB: Gli zoo di antica concezione fortunatamente stanno sparendo. Il nuovo ruolo degli acquari pubblici, con grandi vasche, arredate naturalmente, deve essere quello di informare e portare alla luce i problemi dell'ambiente. Se nessuno avesse conosciuto i ciclidi del Vittoria non avremmo potuto cercare di salvarli. MS: La vecchia concezione di zoo sta cambiando, com'era giusto, le nuove strutture giocano un ruolo fondamentale nell'educazione ambientale. Gli acquari pubblici dovrebbero sviluppare programmi di riproduzione in cattività delle specie minacciate.

D: Immagina l'acquariofilo ciclidofilo del 21 ° secolo.

JMAA: Spero che sia più informato ed in contatto con appassionati di tutto il mondo, che contribuisca con osservazioni in acquario ed in natura alla conoscenza delle specie allevate, che partecipi ad associazioni impegnate nella salvaguardia della fauna minacciata.

UW: Vi saranno due tipologie diverse: un gruppo molto specializzato ed uno che godrà in modo semplice di questo contatto con la natura.

AK: Avrà un unico acquario che conterrà più di 500 litri con un arredamento che rispetti gli habitat delle specie allevate che, ovviamente saranno compatibili tra loro. La tecnologia lo aiuterà ad avere le migliori condizioni possibili cosi avrà più tempo per osservare e capire.

OS: Spero sia un naturalista che ami leggere ed imparare dall'osservazione diretta.

PB: Se fossi ottimista penserei che avrà grandi e belle vasche abitate da pesci sani, sarà coinvolto nell'allevamento e nella riproduzione soprattutto delle specie minacciate. Se fossi pessimista immaginerei un "acquarioflo" che alleva solo paci provenienti da Singapoie considerandoli solo un pezzo d'arredamento.

MS: Spero che sia ben informato e che sia un difensore del mondo acquatico.

D: Secondo te il numero degli appassionati crescerà nei prossimi vent'anni?

JMAA: Mi piace pensare di sì.

UW: Non il tipo di acquariofilo che piace a me...

AK: Sicuramente!

OS: Non conosco la tendenza attuale, ma l'esperienza mi dice che crescerà man mano che la natura sarà danneggiata, tenere un acquario sarà un piccolo espediente per riparare ad un'immensa perdita. In questo caso devo dire che sfortunatamente crescerà!

PB: Sì, ma non sono sicuro che saranno bravi acquariofì li!

MS: Lo spero.


Fossorochromis rostratus

D: Alle volte il pensiero ed il lavoro di una singola persona possono cambiare la cultura e lo stato di un intero ambito. Esistono persone così nelTacquariofilia?

JMAA: Tutti i seri appassionati che diffondono le loro conoscenze.

UW: Diverse, chi viaggia come Nourissat, chi scrive come Stawikowski, Kullander ed anche chi si specializza particolarmente come Warzel.

AK: Senza dubbio Herbert Axelrod, il fondatore della rivista TFH che con il suo entusiasmo da più di 40 anni ha fatto numerosi proseliti.

OS: Non posso dirlo con certezza perch é non conosco l'intero ambiente. Il fattore che sicuramente ha prodotto molti cambiamenti è la consapevolezza che dobbiamo studiare gli habitat naturali per comprendere k biologia dei ciclidi. Gli appassionati che adesso viaggiano scrivono molto di più sul comportamento in natura dei pesci che sul loro mantenimento in acquario, ma come ecologo sono prevenuto nei confronti di ciò che scrivono.

PB: Non una sola persona, ma ogni acquarì ofì lo serio contribuisce allo sviluppo di questo hobby.

MS: Senza dubbio Herbert Axelrod che ha contribuito a sviluppare sia il mercato che ad aiutare il lavoro scientifico (come nel mio caso) con una sorprendente generosità . Ha capito fin dal'inizio l'importanza degli studi scientifici e ha sempre cercato farli arrivare anche alla comunità degli appassionati in forma comprensibile.

D: L'evoluzione e la novità della letteratura acquariofila degli ultimi 15 anni è stata la grande quantità d'informazioni sulla vita, sul comportamento e sulle abitudini dei pesci nei biotopi di origine. Quale credi sarà il prossimo passo?

JMAA: Abbiamo ancora bisogno di osservare e capire i pesci ed il loro ambiente. La limnologia avrà maggiore importanza di oggi per gli acquariofili...

AK: Sono necessarie ancora molte informazioni su come arrivare all'acquario del prossimo secolo, ci sono ancora tanti appassionati che non conoscono le esigenze dei propri pesci.

OS: E' stato pubblicato molto materiale sugli ambienti rocciosi dei laghi africani, sul sud America e sui ciclidi nani dell'Africa Occidentale, poco sulle specie petricole del Lago Vittoria e quasi nulla sulle specie reofile Africane non nane e sui ciclidi del Madagascar e dell'Asia.

PB: Forse salvare gli habitat naturali?

D: Quali sono i cambiamenti più importanti dagli anni 70 ad oggi?

JMAA: la maggior quantità d'informazioni disponibili, lo sviluppo dei sistemi di filtraggio e la possibilità di viaggiare alla ricerca dei pesci pur non essendo esploratori!

UW: Abbiamo tante informazioni sugli habitat naturali e tante nuove specie. In più chi scrive non riporta notizie lette altrove, ma parla di ciò che ha visto e scoperto.

AK: Maggiori informazioni sui luoghi di provenienza, maggiori studi sulle malattie, maggiore tecnologia.

OS: La consapevolezza che per capire le esigenze dei pesci da allevare dobbiamo studiare il loro ambiente ed il loro comportamento. Ciò non ha solo portato un innalzamento del livello di questo hobby, ma ha anche creato degli appassionati interessati alla natura in generale.

PB: Miglior conoscenza dell'ambiente naturale, dell'ecologia ed etologia dei pesci che desideriamo allevare in condizioni ottimali.

MS: II tentativo di conoscere più a fondo gli habitat e le interazioni con la comunità ittica.

D: Cosa pensi dell'editoria del settore, libri e riviste? Internet può rivoluzionare tutto?

JMAA: Internet ha sicuramente facilitato la circolazione delle informazioni e delle notizie, oggi si può accedere anche agli archivi dei musei, un sogno fino a qualche anno fa!

UW: Non credo, un libro è un oggetto che rimane negli anni.

AK: Finché Internet sarà un mero doppione di foto e materiale già pubblicati non potrà cambiare nulla.

OS: Penso di no, inoltre la diffusione e lo scambio di notizie solo attraverso Internet creerebbe due classi di appassionati, quelli che possono accedere ad Internet e quindi essere informati, mentre gli altri rimarrebbero isolati.

PB: Libri e riviste sono fondamentali perché aiutano la diffusione delle notizie. Si legge sempre troppo poco. Su Internet c' è del buono, ma anche delle informazioni sbagliate spacciate da sedicenti esperti, perch é chiunque può "pubblicare".

MS: II lato positivo è che le informazioni sono alla portata di tutti, quello negativo è che manca il controllo sulla qualità e veridicità delle stesse.

D: Qual è la situazione delle associazioni?

JMAA: Saranno sempre importanti perch é mettono in contatto gli appassionati, informandoli con i loro bollettini, ed organizzano congressi e meeting.

UW: Sono importanti per guidare i neofiti e tenere in contatto gli appassionati.

AK: Stanno ancora crescendo anche se c' è un turnover degli iscritti, il loro compito principale dovrebbe essere quello di organizzare meeting per mettere in contatto le persone.

OS: Ne conosco solo una dall'interno, ma credo che il problema generale sia la mancanza di una visione più generale. PB: Ancora non si è capito quanto sia importante far parte di un'associazione, quale aiuto sia per tutti, neofiti ed esperti.

D: Pensi che sia venuto il momento di una rivista europea che abbia una parte curata dai gruppi nazionali che contenga anche le informazioni legate all'attualità?

JMAA: E' quello che vorrei anche per la mia associazione.

UW: Non dimentichiamo il problema della lingua, gli appassionati forse non sono ancora pronti ed educati.

AK: II problema con le riviste delle associazioni è che l'autore non percepisce alcun compenso per gli articoli, ma credo che se si trovasse qualcuno disposto a molto lavoro di coordinamento non ci sarebbero problemi, forse questo è un campo in cui Internet potrà aiutare.

OS: Assolutamente sì, è ora di unire gli sforzi.

PB: In Francia ci sarebbe sicuramente il problema della lingua!

D: Le associazioni nazionali, se coordinate in un'associazione europea, potrebbero contribuire a progetti di ricerca e salvaguardia e finanziare le spedizioni più interessanti?

JMMA: Sì certo. Negli Usa già accade da qualche anno.

UW: Potrebbe essere, ma occorre che qualcuno svolga una gran mole di lavoro.

AK: Ci sono da superare problemi di lingua e di grandi disponibilità economiche, ma se c' è un'associazione disposta a pagare la mia prossima spedizione sul lago Tanganica prometto di scrivere un articolo in esclusiva!

OS: E' un'ottima idea, ma la cosa più importante è che le associazioni dovrebbero lavorare per abbattere le barriere che bloccano lo scambio d'informazioni, forse è ora di fondare l'International Cichlid Association!

PB: Ottima idea!

MS: Un supporto finanziario alle mie spedizioni è sempre gradito!