testo di P. de Rham, foto di Giorgio Melandri

 

Losanna, 15 settembre 1999.
Ho incontrato Jean Claude la prima volta nel dicembre del 1978 a Manaus, sulla riva del Rio Negro, in Brasile. Allora abitavo a Lima, in Perù. Con mia moglie e le mie tre giovani figlie stavo viaggiando in Brasile e poi Senegal, diretti verso la Svizzera dove andavamo a trascorrere le vacanze. La nostra prima tappa era Manaus dove avevamo appuntamento con il Dott. Jacques Géry, il noto ittiologo francese che era 11 per una conferenza all'INPA, l'Istituto Nazionale di Ricerca per l'Amazzonia. Durante il nostro incontro Jacques ci invitò a cena per la sera chiedendo se non ci dispiacesse cenare con un'altra coppia che intendeva invitare. Avrei incontrato Jean Claude Nourissat. Con molto piacere andai a fare la conoscenza di questo famoso allevatore di Discus. Ci incontrammo così, assaporando un grosso frutto locale, il 'tambaqui' e mangiando piranha della famiglia Serrasalmidae, una delle specialità scientifiche del Dr. Géry.
Tre mesi più tardi Jean Claude era in Perù per viaggiare nell'Amazzonia Peruviana e ci visitò a Lima. Una volta lasciato il Perù lo invitammo a Layet in costa azzurra dove in estate eravamo soliti trascorere alcune settim

ane di vacanza con tutta la famiglia. Jean Claude arrivò accompaganto da un'altra donna affascinante, Nicole, che sarebbe diventata la sua seconda moglie e la compagna di tanti dei nostri viaggi. Le Layet è vicino Tolone dove Jean Claude viveva. Allora Jean Claude era il più famoso allevatore di Discus in Francia. Visitai la sua fishroom e il suo sofisticato impianto di allevamento nella cantina dell'edificio dove aveva il suo studio dentistico.

Gli anni passarono e, pur senza vederci, rimanemmo in contatto, finché un giorno Jean Claude mi chiese se volevo seguirlo nel suo imminente viaggio in Messico. Era il marzo 1987. Alcuni anni prima, dopo avere imparato tutto quello che era possibile sui Discus, aveva cominciato ad interessarsi ai Ciclidi del Messico e del Centramerica. Dopo avere passato una cortissima notte a Mexico City imparai che cosa vuole dire viaggiare 'stile Nourissat'. Partimmo alle quattro del mattino con un furgoncino che aveva quasi tutti i finestrini oscurati da fogli di giornale per nascondere l'attrezzatura e soprattutto i box di polistirolo, evitando così interminabili discussioni con la polizia che vedendo i box pensa subito ad un trasporto illegale di merci. Guidammo ininterrottamente fino alle due del mattino del giorno dopo e finalmente raggiungemmo Nututun in Chiapas. Avevamo percorso più di 1600 km. Da qui viaggiamo per due settimane nelle regioni di Tabasco, Campeche e Chiapas fermandoci per raccogliere Ciclidi ad ogni possibile sito e dormendo nelle amache tutte le notti. Quindi, passando per Tehuantepec e Oaxaca sulla costa pacifica, tornammo in Messico dove aggregammo un amico messicano. Da qui viaggiammo per qualche altro centinaio di Km verso nord; San Luis Potosì e ritorno.
L'anno successivo facemmo il nostro primo viaggio in Guatemala, paese stupendo dove saremo poi andati altre tre volte in esplorazione alla ricerca di pesci. Un anno dopo l'altro, sempre in primavera, abbiamo viaggiato, sempre più a sud, visitando Belize, Costa Rica, Panama, Colombia e ancora Panama, questo bellissimo e sconosciuto paese, per tre volte. A Panama abbiamo anche esplorato i fiumi della costa nord che è priva di strade. Abbiamo raggiunto i fiumi dal mare, navigando con una barca a motore e arrivando, spesso con manovre pericolose, dalle foci. E' in alcuni di questi piccoli fiumi che abbiamo trovato due nuove specie di Archocentrus che abbiamo portato in Europa: Archocentrus nanoluteus e una specie gialla che ancora non è stata descritta.

Nel gennaio del 1991 comincia un'altra avventura; dopo che avevamo giocato con l'idea per qualche tempo Jean Claude improvvisamente decise. Si partiva per il Madagascar, un isola molto isolata dal punto di vista naturalistico dove sapevamo esserci alcune specie di ciclidi endemiche, tra queste Paratilapia polleni. Purtroppo avevamo anche sentito dire che le specie endemiche erano minacciate dalle Tilapia introdotte dall'uomo. Alcuni francesi e alcuni tedeschi erano tornati senza risultati da una esplorazione alla ricerca di Ciclidi. Ero anche preoccupato sapendo che in gennaio può piovere moltissimo e la pioggia possono rendere la pesca e la cattura quasi impossibili. Fummo fortunati, riuscimmo ad avere buoni contatti, non piovve molto e riuscimmo a raccogliere in meno di due settimane 5 delle nove specie endemiche conosciute. Già il primo giorno avevamo catturato delle stupende Paratilapia polleni. Il successo ci convinse a tornare già lo stesso anno in Ottobre. In questo viaggio scoprimmo subito due nuove specie poi descritte come Paretroplus menarambo e Lamena nourissati. Da allora, almeno uno di noi è tornato ogni anno in questa terra bellissima e difficile da esplorare che ancora deve svelare tutti i suoi segreti. Nel 1995 Jean Claude quasi morì a causa di una malattia molto probabilmente dovuta alla Bilarzia, un parassita tropicale che lo aveva infettato in Madagascar. In quell'anno andai da solo in Madagascar. L'anno dopo, nel 1996, non facemmo il solito viaggio in Centro America. Jean Claude era ancora troppo debole e pensava di non essere in grado di viaggiare in Madagascar e così io mi organizzai diversamente decidendo di andare in Australia. Fui duramente punito perché Jean Claude nel frattempo recuperò le forze e partì da solo per la Grande Isola dove con l'aiuto di uno dei nostri amici malgasci Jean trovò tre nuove specie di Ciclidi. Riportò un Paretroplus sp., una bellissima Lamena sp. 'Labbra blu' e un meraviglioso Paretroplus di acqua salmastra. Questo era troppo per me così che decisi di non lasciarlo più andare solo da nessuna parte. Riprendemmo i nostri viaggi sia in Madagascar che in centro America. Il prossimo ottobre partiremo ancora e da Diego Suarez, nell'estremo nord, riprenderemo le nostre esplorazioni viaggiando quanto più possibile nella parte nord del
Madagascar.
Come coppiadi cercatori e raccoglitori di pesci, non vorrei sembrare immodesto, siamo duri da battere a causa della nostra complementarità. Jean Claude è sempre in movimento, ha grande energia, è veloce, qualche volta impaziente. Ha una incredibile capacità di vedere nell'acqua, anche da fuori e ha già capito il sesso e l'umore di un pesce quando ancora io non ho visto niente. Vuole avere risultati in fretta ed è sempre pronto a spostarsi da qualche altra parte. Io sono molto diverso. Vedo poco ma in compenso ho un udito migliore, sono pigro e mi piace avere tempo per esplorare completamente e meticolosamente ogni luogo. Se siamo da qualche parte, in un fiume su una barca e non stiamo catturando niente Jean Claude vuole immediatamente spostarsi in un altro fiume; io invece voglio risalire ancora per non lasciare intentata nessuna opportunità. Anche quando sono d'accordo con Jean Claude che un posto non è bello voglio sempre guidare fino in fondo alla strada. Comunque oltre alla passione per i pesci abbiamo un'altra cosa in comune: ci piace entrare in contatto e simpatizzare con la gente che incontriamo e spesso è la gente che ci dice dove trovare i pesci. Questa credo sia la chiave di molti nostri successi, sia in Madagascar che in Centro America.
Adesso sono qui che aspetto con ansia la partenza, tra poche settimane. Aspetto i viaggi incredibili dove saremo massacrati dalle terribili strade del Madagascar, le notti nella mia piccola tenda, il cibo orrendo, il riso in bianco insaporito, se siamo fortunati, da un collo di pollo neanche intero, l'ossessione della Bilarzia e dei coccodrilli, la speranza di catturare qualche pesce e la prospettiva dei cambi d'acqua per cercare di mantenerli vivi. Ma è così un privilegio viaggiare con Jean Claude Nourissat!