testo e foto di Vincent Soliveres

Per prima cosa c'è la soddisfazione personale di aver saputo creare le condizioni ottimali per il benessere dei propi pesci. E poi questo è il mezzo per conservare e diffondere le specie a noi care. Quando si decide di allevare e portare a riproduzione dei pesci bisogna impegnarsi per cercare di ottenere esemplari belli, sani e colorati. Per raggiungere questo obbiettivo sono molto importanti vari elementi: l'alimentazione, le condizioni di allevamento e, cosa fondamentale da non trascurare, la scelta proprio dei riproduttori. Tra i fattori che possono intaccare la qualità dei nostri pesci i due principali sono le ibridazioni e la consanguineità.

Ibridazione

Oltre alle ibridazioni che accidentalmente possono avvenire tra specie conviventi nella stessa vasca, ce ne sono anche tutta una serie che vengono fatte dall'allevatore stesso, spesso per scarsa coscienza ed esperienza. Ad esempio alcuni incrociano pesci diversi per evitare la consanguineità oppure perché il partner originale di una coppia è morto e se ne vuole ricostituire una nuova. Se questo è possibile farlo con certe specie che sono molto diffuse e uniformemente distribuite in natura, tutto cambia nel caso di specie che presentano molte varietà e varianti geografiche.

Per fare un esempio, una sera ricevetti la telefonata di un acquariofilo che cercava un maschio di Aulonocara per la sua femmina rimasta sola, ignorando completamente di quale specie si trattasse, e quando gli chiesi almeno di descrivermela la sua risposta fu : " ha un poco di blu sulla testa.."

Ecco l'esempio classico di una persona che può farsi rifilare un qualsiasi ibrido da chiunque, allevarlo, riprodurlo e diffonderà tranquillamente. Quando si vogliono riprodurre dei pesci bisogna stare molto attenti in modo da evitare errori-, se sussiste anche il minimo dubbio è meglio non recuperare i piccoli o almeno non diffonderli in giro.

Altro tipo di ibridazione è quella che alcuni fanno a scopi di lucro. A partire da due specie esistenti vogliono crearne una nuova basandosi sul fatto che le novità ( soprattutto di pesci del Malawi e Tanganica) si possono vendere bene e a caro prezzo. Cito ad esempio il caso del Belgio, dai cui allevamenti sono usciti degli ibridi nel passato come i Protomelas Mcarra dove questo nome rappresentava la contrazione di Mfixed aulono)CAR(r)A! Comunque sono stati solo alcuni i casi e bisogna sottolineare che in Belgio ci sono anche allevatori molto seri che allevano pesci bellissimi. Nella mia quindicinnale esperienza di allevatore di ciclidi, sopratutto del Malawi, devo dire che il caso più curioso di ibridazione che mi sia capitato è stato quello di una femmina di Aulonocara 'Maleri Chidunga Rocks1 che regolarmente si riproduceva con maschi di altre specie. La vasca, di 200 litri, ospitava un maschio e due femmine di Sciaenochromis fryeri, una coppia di Otopharynx tetraspilus (ex 'yellow fin mloto') e un maschio e quattro femmine di Aulonocara 'Maleri Chidunga Rocks' . Le tre specie si riproducevano senza problemi e davano origine a giovani che crescendo risultavano identici ai genitori e fin qui tutto normale. Un giorno però, mentre nutrivo un gruppo di giovani di Aulonocara 'Maleri' notai in loro qualcosa di strano. La forma sembrava più allungata e le barre verticali che di solito sono subito ben evidenti non erano molto marcate. Nelle settimane successive ebbi conferma del mio sospetto, man mano che i giovani crescevano somigliavano sempre di più a degli Sciaenochromis fryeri\ Erano senza dubbio ibridi...Ma cone poteva essere accaduto ciò tra due specie cosi diverse per aspetto e ben equilibrate in termini di dominanza nella vasca? Per mia curiosità personale decisi di salvare una decina di giovani per vedere cosa ne sarebbe venuto fuori. Nel giro di qualche mese il risultato fu di avere pesci che sembravano dei Sciaenocromis, ma di colore arancione e col corpo leggermente più alto. Ho allevato questi pesci per qualche altro mese per osservarli e fotografarli e non ho mai recuperato loro riproduzioni.

"La cosa strana è stata che questi pesci sembravano attirare l'interesse di tutti ! diverse furono le persone che avendoli visti insistevano per volerli comprare pur sapendo che erano ibridi !"

Questo a dimostrazione che se ci sono commercianti che vendono ibridi è perché c'è la domanda ed in questi casi l'errore è sia di chi vende che di chi compra. Se non ci fosse richiesta cesserebbe la loro produzione, lo mi sono sempre rifiutato di vendere i miei ibridi, li ho invece usati come pesci-test nelle vasche di quarantena di esemplari selvatici fino a quando un virus non li ha estinti.

Nello stesso periodo dei miei esperimenti un amico mi aveva chiesto di recuperargli una covata di Aulonocara 'Maleri' che voleva allevare. Dopo qualche tempo mi venne a riferire che crescendo i piccoli cominciavano a mostrare tre belle macchie nere sui fianchi ! Conclusione: probabilmente era la stessa femmina dei miei ibridi, che questa volta si era accoppiata con il maschio di Otopharynx. Questo a dimostrazione che anche se si cerca di scegliere con cura gli abbinamenti tra le specie bisogna fare lo stesso attenzione. E paradoss'almente, nella vasca in cui tengo tutti esemplari spaiati di Aulonocara, dove ci sarebbero tutte le condizioni ideali per l'ibridazione, le femmine non tengono mai le uova per più di qualche giorno...

C'è anche da dire che ci sono casi in cui gli effetti dell'ibridazione non si fanno vedere nella prima generazione, che può somigliare anche al 100 °/o a uno dei genitori, poi se si fanno riprodurre tra loro questi individui iniziano a comparire le 'tare1. Pur avendo citato un esempio di ibridazione tra specie diverse, lo stesso discorso vale anche per incroci di varianti geografiche della stessa specie.

Consanguineità

Questo termine indica dei pesci che discendono da una stessa coppia (fratelli dunque) e che vengono incrociati tra loro per una o più generazioni. Spesso si accusa la consanguineità di essere la causa di 'tare' nei pesci. In realtà ritengo che la cosa sia relativa e che se uno dei riproduttori ha dei difetti può trasmetterli ai figli anche riproducendosi con un partner non consanguineo. Al contrario una coppia di consanguinei senza difetti quasi sempre da origine ad una prole sana. Certo che risulta sempre preferibile scegliere riproduttori non consanguinei e selvatici, ma spesso non è possibile, ci sono infatti specie che sono importate raramente e di cui sul mercato si reperiscono solo esemplari di allevamento. Personalmente mi è capitato di allevare specie per diverse generazioni ed ho potuto cosi ricavare alcune osservazioni sulla questione della consanguineità.

"Se si ha la cura di riprodurre solo esemplari belli e di crescerli nelle migliori condizioni sanitarie e nutrizionali possibili, non si dovrebbero avere problemi almeno per 4-5 generazioni consecutive"

Oltre questo limite possono incominciare a comparire i primi segni di degenerazione, rappresentati da un invecchiamento precoce ed un calo delle resistenze immunitarie. Certo ci sono da considerare anche parametri esterni come le condizioni di allevamento e l'alimentazione. Il fenomeno dell'invecchiamento sembra apparire piuttosto precocemente in certe specie (Lethrinops marginatus per esempio) rispetto ad altre più tardive (Sciaenochromis fryeri e Aulonocara); quando il fenomeno compare non fa che amplificarsi di generazione in generazione. Si nota allora che i pesci divengono più sensibili ai cambi d'acqua e sono più delicati soprattutto a livello dell'epidermide. Invece ho notato come raramente la consanguineità agisca alterando la morfologia dei pesci. Solo in una coppia di Labidochromis caeruleus ho riscontrato la comparsa di una deformazione della bocca. Comunque la consanguineità non sembra neanche alterare la colorazione e la fertilità degli esemplari. I sintomi classici dell'invecchiamento sono lo sbiadimento dei colori, l'assottigliamento del ventre, la deformazione di alcune parti del corpo (spesso testa e labbra), e tutto questo negli individui consanguinei da generazioni compare molto più precocemente (ad esempio a solo 3 anni di vita).

Comunque devo sottolineare che queste sono tutte mie osservazioni personali sui pesci da me allevati negli anni (prevalentemente del Malawi) e resta il dubbio che specie diverse, allevate diversamente potrebbero dare risultati differenti.

Riprodurre e diffondere Malgrado i severi controlli effettuati durante le mostre-scambio ed i congressi, ci sono delle tare difficili da individuare soprattutto se gli esemplari sono molto giovani. E' per questo che ritengo sia meglio non distribuire in giro pesci troppo giovani. Ci sono persone che senza scrupolo danno in giro pesci di cui si vogliono sbarazzare perché di cattiva qualità (vecchi, malati, sterili, ibridi..) non considerando che nel giro dei ci ci i d of i I i spesso ci si conosce in tanti ed oltre ai pesci circolano anche le chiacchere e le opinioni, per cui col tempo ci si può fare una cattiva fama nell'ambiente. Vorrei terminare questo articolo rimarcando alcuni elementi secondo me importanti.

"Se si desidera veramente riprodurre al meglio una specie, l'ideale è allevarla in una vasca monospecifica" Questa vasca non deve essere gigante e così facendo si evitano del tutto i rischi di ibridazione ed i problemi di coabitazìone tra specie diverse.

Un altro fattore fondamentale è il corretto allevamento dei piccoli. Non serve a niente salvare dei piccoli se non abbiamo poi lo spazio per crescerli e allevarli. L'ideale è passare gli avanotti in vasche sempre più grandi man mano che crescono. "Per concludere, due elementi fondamentali per avere una crescita ottimale sono i cambi d'acqua frequenti e regolari e una alimentazione di ottima qualità"