testo e foto di Giorgio Melandri

ILLUMINAZIONE
E' un altro elemento fondamentale. Non è assolutamente produttivo utilizzare pellicole ad alta sensibilità senza il flash, anche se questa può sembrare la soluzione più semplice; la qualità sarà pessima ed i colori influenzati dalle dominanti delle lampade. A mio parere l'unica soluzione è l'uso del flash. Questa tecnica permette di avere una temperatura di colore perfetta, di utilizzare
pellicole a bassa sensibilità e quindi con un'alta qualità e di sfruttare la tranquillità che i pesci hanno con l'illuminazione a cui sono abituati (non sono mai spaventati dai lampi del flash!). Esistono diversi sistemi per disporre i flash e tutti con alcune caratteristiche proprie che ce li fanno preferire agli altri dipendentemente dalle situazioni di ripresa. 11 flash può essere messo in alto ma sempre anteriormente ai soggetti in modo che la luce non li colpisca verticalmente ma con un certo angolo. Un secondo modo è quello di far sì che la luce incida sul vetro con un angolo di 45 gradi, così il flash non genera riflessi, ma questa tecnica ha l'inconveniente di generare ombre un po' dure. Questo è un difetto che le pellicole per diapositiva accentuano per via della loro scarsa tolleranza alle so-vra/sotto esposizioni. Con le diapositive l'esposizione diventa più problematica ed è più complicato gestire situazioni conforti contrasti di luce. Nonostante questo difetto le dia rimangono preferibili perché più economiche e perché hanno una resa qualitativa sempre superiore. Un terzo modo è quello di affiancare al flash principale uno più piccolo che serve a schiarire le ombre e che viene sincronizzato con una normale fotocellula sincero. E' importante che questo secondo flash abbia un numero guida e quindi una potenza inferiore al primo, altrimenti l'immagine risulterà senza ombre e quindi piatta. Il numero guida di questa combinazione rimane il numero guida del flash più grosso, ovvero i numeri guida non si sommano.

 

L'ESPOSIZIONE


Esistono due sistemi o tecniche di esposizione: manuale o TTL. Quale che sia il modo che decideremo di utilizzare dobbiamo sempre avere presente che è importante fare molte prove sia per acquisire esperienza sulle tecniche note sia per sperimentare nuove soluzioni. Ricordiamo che la percentuale di immagini da scartare sarà sempre molto alta. L'esposizione manuale è facilmente descrivibile: si utilizza il tempo sincro utile più basso (vedi istruzioni macchina fotografica) ricordando che il tempo di esposizione è il tempo di durata del lampo del flash e che quindi siamo solo in grado di agire sull'apertura del diaframma. Il diaframma dipende dalla potenza del flash (che può essere anche schermato), dalla distanza del soggetto e dalle sue caratteristiche di colore e superficie. Un normale cavo sincro è sufficiente per pilotare il flash. Nel sistema TTL la macchina interrompe il lampo del flash quando l'esposizione, calcolata durante lo scatto, è corretta e quindi la durata del lampo diventa variabile. Questa tecnica, che parrebbe la migliore, ha però due controindicazioni: la prima è il costo molto alto delle attrezzature che lavorano in TTL, la seconda è di natura tecnica. Infatti l'apparecchio calcola l'esposizione facendo una media pesata (con un peso maggiore per i punti centrali) delle esposizioni corrette per tutti i punti del fotogramma. Spesso il nostro soggetto occupa solo il 30 40 % dello spazio del fotogramma e ha una luminosità molto diversa dal fondo e quindi questo automatismo non è in grado di calcolare un'esposizione perfetta. Va meglio con i dispositivi TTL che lavorano su macchine autofocus, in questo caso il rilievo maggiore nel calcolo sarà dato ai punti a fuoco e questo risolve in gran parte il problema descritto prima.

LA RIPRESA
Per fotografare tranquillamente e con buoni risultati occorre conoscere gli aspetti tecnici della fotografia, rispettarli ma lasciarli in secondo piano e concentrarsi sulla ripresa e su quello che "stiamo mettendo" nella fotografia. Ci sono alcune indicazioni che dovremmo avere presenti per fare un buon lavoro.
Innanzitutto occorre conoscere le abitudini e le caratteristiche di comportamento delle specie che vogliamo fotografare per evitare di riprendere atteggiamenti poco naturali od insignificanti ed evitare pesci con una livrea dimessa. E' importante, come ho detto all'inizio, che abbiamo la consapevolezza che stiamo dando una comunicazione a 360 gradi a chi guarderà le nostre immagini. Per questo motivo evitiamo di utilizzare i cosiddetti acquari da fotografia, cioè quelle piccole gabbie di vetro dove i pesci non si possono muovere e diventano "facilmente fotografabili". Un'altra tecnica da evitare è quella di utilizzare dei vetri mobili che restringono il campo di azione dei pesci. Tutte queste manovre li spaventano e li disorientano alterando quei comportamenti e quegli atteggiamenti che noi invece vogliamo documentare. Le riprese, soprattutto in vasche molto grandi, mettono in difficoltà chi cerca di rincorrere i pesci per fotografarli. Credo che la tecnica migliore sia invece osservarli e decidere in quale zona aspettarli per lo scatto. In questo modo siamo sicuri che i parametri che abbiamo fissato saranno correrti. Normalmente io divido la larghezza della vasca in 3 zone, decido in quali di queste fotografare, posiziono i flash, regolo tutti i parametri cercando di avere la maggior profondità di campo possibile ed attendo con pazienza il mio soggetto. Eventuali correzioni di fuoco si effettuano muovendo la macchina avanti e indietro. Per vetri con spessori elevati è necessario mantenere l'obiettivo perpendicolare al vetro per evitare aberrazioni fastidiose.
In chiusura vorrei ricordare che esiste un altro importante linguaggio di comunicazione che possiamo sfruttare, quello video. Ne è prova la bellissima cassetta sui Tropheus e conchigliofili che l'AIC ha distribuito ai propri soci.