testo e foto di Giorgio Melandri

"Ti ho parlato di Irene? E' bella, bellissima. Ha fascino, e sensibile, intelligente e poi ha un carattere meraviglioso" Figuriamoci! E' partito, pensiamo noi, immaginando una Irene sicuramente meno eccezionale. Rischio di fare questa figura ma lo dico lo stesso: il goccia a goccia è uno strumento straordinario, forse 1'unico metodo che ci permette di assicurare alle nostre vasche condizioni dell'acqua ottime e grande stabilità. In più elimina il penoso rituale del cambio d'acqua a cui nessuno di noi ha mai saputo dare la dovuta continuità. Per i cambi nelle vasche sopra ai mille litri poi, dove un cambio del 20-30% sposta 200- 300 litri per 1'andata e altrettanti per il ritorno, il cambio continuo diventa 1'unica soluzione praticabile. Queste vasche, soprattutto per noi ciclidofili, sono 1'unico modo per tenere correttamente i pesci e chiunque ne abbia avute sa che poi non è più possibile tornare indietro. So che molti a questo punto avranno già storto il naso, ma comincio a credere che il percorso di un appassionato naturalista come noi comincia con 1'acquario, che e un bellissimo strumento di conoscenza, e finisce nell'osservazione diretta in natura. Più osserviamo i nostri pesci più capiamo che in acquario c'è qualcosa che non va, soprattutto nelle vasche piccole che sono delle vere e proprie gabbie, spesso sovraffollate.

Che cos'è il goccia a goccia. Il mio incontro con il goccia a goccia risale a parecchi anni fa, quando lessi sulla rivista francese Aquarama (n. 73 settembre 1983) una articolo di Alain Bertschy che, sulla base dell'impianto realizzato presso 1'acquario di Nancy (34, rue Sainte Catherine Tel. 83.32.99.97) da Denis Terver e trattato nel suo Manuel d'Aquariologie, descriveva questa tecnica. L'idea è semplicissima: un tubo alimenta la vasca sgocciolando acqua nuova ed un troppo pieno elimina 1'acqua in eccesso. Questo apporto continuo di acqua nuova può essere alimentato direttamente dall'acquedotto se le caratteristiche sono idonee oppure attraverso una vasca serbatoio dove 1'acqua viene preparata.

Quanta acqua cambiare. Cambiare anche solo il 10% d'acqua ogni giorno vuole dire rinnovare 1'acqua quasi completamente in circa 40-50 giorni (il calcolo e un po' complesso perché continuamente 1'acqua nuova si mescola alla vecchia e in parte dunque viene anche lei scaricata) e questo significa che 10% già e una ottima misura per tutti i Ciclidi che vivono in acquari senza piante. Per i Discus, invece si possono fare cambi più consistenti ancora per arrivare alle misure di cambi giornalieri normalmente utilizzate dagli appassionati. Diversamente per acquari con vegetazione il cambio dovrebbe essere molto più ridotto; ci si accorgerà con l'osservazione quale è il ricambio ideale per ogni comunità verde.

Misurare la portata. Per misurare esattamente la quantità di acqua nuova che arriva nella nostra vasca è necessario utilizzare un recipiente graduato, come ad esempio un becker da laboratorio, ed effettuare la misura su un tempo minimo di 10 minuti. Ad esempio, facciamo sgocciolare 1'acqua nuova in questo contenitore per mezz'ora, misuriamo la quantità d'acqua che abbiamo raccolto e moltiplichiamo in questo caso per 48. Più sarà lungo il tempo di misura, maggiore sarà la precisione. Con un po' di esperienza, per ogni vasca, in base alla velocità di caduta delle gocce, riusciremo a capire quanta acqua stiamo cambiando. Per portate alte, da 2-3 litri/ora in su, la serie di gocce si trasformerà in un filo continuo. Ogni 15 giorni circa verificheremo la portata.

L'alimentazione e le vasche serbatoio. L'acqua che immetteremo nell'acquario con questo sistema potrà arrivare direttamente dall'acquedotto, oppure da una vasca serbatoio. In quest'ultimo caso è opportuno realizzare un serbatoio a due vani in modo che possiamo alternare la funzione di alimentatore a quella di contenitore utile alla preparazione dell'acqua. Nei due casi, è possibile recuperare parte del calore dell'acqua vecchia mettendo a contatto i due tubi per un tratto. In alternativa, come fa Sandro Nori, si può costruire 1'ultimo tratto dell'alimentazione con un tubo trasparente che arrotoleremo intorno ai tubi al neon in modo da scaldare 1'acqua in arrivo.

I troppo pieni. I troppo pieni possibili sono diversi (v. disegno). Quello che nel tempo da meno problemi è comunque quello che scarica attraverso un foro nella parete dell'acquario. A volte però la vasca e già installata e/o costruita e dunque la tecnica descritta di seguito può risolvere parecchi dei nostri problemi. Ricordiamo che 1'acqua in uscita da una vasca può essere utilizzata per alimentarne un'altra o anche altre due. L'acqua delle vasche a cambio continuo infatti, non solo ha una qualità chimico fisica ottima, ma anche una bassissima carica batterica. Con questa tecnica si riduce anche la manutenzione del filtro dato che la lana si sporca dieci venti volte meno.

Come fare un foro nella parete di una vasca. Se vogliamo applicare il goccia a goccia ad una vasca già montata o già installata possiamo utilizzare una singolare tecnica descritta da un vetraio francese appassionato ciclidofilo, Roinsard P., a Robert Allgayer che ne ha fatto oggetto di un vecchio articolo pubblicato da aquarama nel numero 87 del gennaio 86. Questa collaudata tecnica ci permette di realizzare fori fino a circa 60 mm di diametro con 1'ausilio di un semplice trapano, un utensile in ferro dolce e della pasta abrasiva molto dura come il carburo di silicio o la pasta abrasiva per valvole, consumando il vetro per una profondità pari allo spessore. L'utensile di ferro dolce verrà incrostato dalla polvere che compone la pasta che consumerà invece il vetro, molto più duro. Il nostro utensile potrà essere facilmente realizzato da qualsiasi tornitore con una spesa più che modica, mentre la pasta è reperibile presso qualsiasi ferramenta ben fornita o, meglio, presso qualsiasi rivendita di materiale per automeccanici. Un discorso particolare va fatto per il trapano che deve avere assolutamente il controllo della velocità. Diversamente saremo costretti ad applicare il riduttore che vedete nelle fotografie. La primissima parte del lavoro verrà fatta con una velocità di rotazione dell'utensile di circa 50 giri/minuto che verranno poi aumentati fino a 100-120.
Un momento critico è la fine del lavoro, quando dovremo allentare la pressione dell'utensile sul vetro per evitare di scheggiare la parete opposta a quella su cui abbiamo iniziato a lavorare. Per finire, dato che credo che la sequenza fotografica illustri bene il procedimento, un consiglio: fate qualche buco di prova con un vetro di spessore uguale a quello che dovete forare prima di lavorare sulla vasca, dove non potete concedervi sbagli!

Il goccia a goccia dunque e l'unico modo che garantisce una grande continuità e dunque la stabilità che i nostri ospiti trovano nei loro ambienti naturali e ciò vale soprattutto per i pesci dei grandi laghi africani o del Rio delle Amazzoni. Questo rispetto delle condizioni naturali ed il continuo tentativo di conoscerle e riprodurle fa parte del nostro modo di vedere 1'acquariofilia di naturalisti curiosi e dunque, speriamo, grandi osservatori.