testo e foto di Claudio Barberis

Copadichromis azureus fa parte dei cosiddetti Utaka del Lago Malawi. Con questo termine vengono definiti i pesci che vivono in acque libere e si nutrono di plancton. Nonostante la loro taglia, infatti, si nutrono esclusivamente del plancton in sospensione, un po' alla maniera dei Cyprichromis del Tanganica. Questo grazie alla conformazione della bocca, in grado di allungarsi in avanti e ritirarsi così velocemente da risucchiare la preda in un batter d'occhio. A differenza dei Cyprichromis non conducono una vita sociale completa. Soltanto le femmine si riuniscono in branchi, mentre i maschi si insediano in un territorio che difendono nella speranza di essere scelti dalle femmine per accoppiarsi. C. azureus frequenta le zone sabbiose intervallate da qualche ammasso roccioso, qui i maschi costruiscono il loro nido scavando nella sabbia vicino ad una


C. azureus femmina

C. azureus maschio

roccia. Una volta finito, il nido ha una forma semicircolare. La pietra scelta serve ad arginare la sabbia che via via viene asportata ed ammucchiata, inoltre ha una funzione protettiva durante la riproduzione. Rispetto ad altre specie di Utaka C. azureus è stato osservato anche in zone completamente sabbiose dove, in assenza di grandi rocce, i nidi sono stati costruiti nella sabbia. La cosa curiosa è che su quaranta nidi presi in esame, neanche uno era privo di una piccola pietra al suo interno. Con ogni probabilità (Konings, com. pers.) si tratta di un fenomeno evolutivo per cui C. azureus, spostandosi verso zone sabbiose, costruisce un nido circolare usando la piccola pietra soltanto come punto di riferimento. Ho allevato questi Ciclidi in una vasca di circa 800 litri . Il gruppo era formato da 3 maschi e 7 femmine e per non rischiare di alterare il loro comportamento non ho aggiunto altri pesci nell'acquario, visto che sono facilmente dominabili da altre specie. Nonostante la vasca fosse lunga più di due metri un maschio non trovò mai una collocazione territoriale fissa. Gli altri due si erano divisi equamente la vasca e lo aggredivano in continuazione fino a che, una settimana dopo, fui costretto a spostarlo. I territori dei due dominanti erano identici, costituiti da due grandi rocce piatte posate sul fondo. Qui non tardarono a comparire i nidi che avevano un diametro di 20- 25 cm . Da questo momento la colorazione dei maschi divenne molto intensa e se prima erano di un fievole azzurro, ora erano completamente blu metallico. Anche le tre macchie nere, caratteristiche delle femmine e dei subadulti erano sparite lasciando il posto a 7-8 barre scure. Su tutto risaltava la parte superiore della pinna dorsale bianca. Nei giorni seguenti i maschi si rivelarono degli instancabili corteggiatori. Le femmine si riunirono in branco e ogni volta che attraversavano uno dei due territori scatenavano l'eccitazione del possessore che si dava da fare per mostrarsi in tutta la sua bellezza. Quando le femmine cambiavano direzione, venivano inseguite fino a metà vasca, dove regolarmente compariva l'altro maschio che, bloccato il passo al rivale, si affrettava ad esibirsi a sua volta. Tutto questo durò per due settimane e quando le femmine furono pronte ad accoppiarsi lo spettacolo divenne ancora più entusiasmante. I maschi erano diventati molto scuri e giravano intorno alle femmine che accettavano di buon grado di partecipare alla danza nuziale. Cinque giorni dopo sei delle sette femmine tenevano in bocca una trentina di uova e, trascorse tre settimane, furono lasciati circa 150 avannotti del tutto sviluppati. Misi poi nell'acquario delle piante galleggianti che si rivelarono un ottimo rifugio per i piccoli, nonostante non siano mai stati aggrediti dagli adulti. Naturalmente tre mesi più tardi spostai i nuovi nati in un'altra vasca. All'epoca misuravano 3- 5 cm e sei mesi dopo i maschi si colorarono per la prima volta.

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