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Testo di M. Balzaretti

E’ una specie endemica della metà settentrionale del lago Tanganica, raggiunge una lunghezza massima di 16 cm e ha, come caratteristica peculiare, 5 barre verticali nere lungo il corpo a partire dall’occhio. Abita la zona intermedia, costituita da fondale sabbioso in continuo declivio che si estende tra i 5 ed i 40 metri di profondità e che presenta formazioni rocciose sparse. Si nutre soprattutto di piccole chiocciole che vivono nel substrato sabbioso e divide il proprio habitat con N. toae, N. leloupi, Lepidiolamprologus attenuatus, Julidochromis regani ed O. nasuta. La bocca è dotata di robusti denti e l’intestino non misura più del 30% della lunghezza totale del pesce, caratteristiche che suffragano l’ipotesi di una dieta


Nl. tretocephalus foto G. Melandri

O. ventralis foto P. Burnel

eminentemente carnivora. Nel lago Tanganica questa specie si osserva nuotare a coppia alla ricerca di cibo lungo la striscia sabbiosa dell’habitat intermedio. La coppia, inoltre, difende il territorio nei pressi della tana che viene scavata al di sotto di una grossa pietra grazie ad un lavoro di scavo compiuto da entrambi i riproduttori. Il maschio, a deposizione avvenuta, si occupa della difesa del territorio mentre la femmina cura prima le uova e poi gli avannotti. Ho allevato questa specie in un acquario da 500 lt riproducente un biotopo roccioso sabbioso del lago Tanganica insieme con 5 O. ventralis e da una decina di Cyprichromis. In natura N. tretocephalus si riproduce due volte all’anno e per ogni deposizione si contano fino a 500 uova, invece nel mio acquario la coppia che si è formata per prima ha deposto addirittura tre volte consecutive. Oltre alla prima coppia se ne è formata una seconda, costituita dal maschio dominante e da un’altra femmina che però, nonostante i ripetuti tentativi, non è stata in grado di portare a termine le cure parentali. Dunque il maschio in mio possesso non ha formato una coppia stabile, forse ciò è dovuto al fatto che il mio acquario non riesce a contenere l’intero territorio di una coppia e la forzata contiguità in cui sono costretto a vivere i pesci può favorire tali comportamenti. Inoltre quando per qualche ragione si preleva la prole il maschio scaccia la femmina ed a lungo non le permette di entrare nel suo territorio. Purtroppo non ho mai potuto assistere al corteggiamento né alle deposizioni. Gli esemplari che si sono riprodotti avevano due anni due anni e mezzo, le uova ad una T di 24° C vengono “sbucciate” dopo circa 4 giorni dalla deposizione e dopo un’altra settimana le larve hanno consumato il sacco vitellino ed accettano naupli di artemia. In prossimità della riproduzione l’attività di scavo diventa frenetica e viene accumulato vicino alla tana uno strato di sabbia alto fino a 10 cm. Poiché la nidiata è sempre numerosa i genitori la controllano dall’alto. L’aggressività a livello interspecifico è piuttosto blanda, mentre a livello intraspecifico è decisamente marcata.

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