testo e foto di Jaean Miguel Artigas Azas

LA VALLE DELLE MERAVIGLIE

Nel Messico orientale, incastonata nel deserto di Chihuahua, si trova una piccola valle che da qualche decennio ha catturato l'attenzione degli studiosi per il suo enorme interesse biologico, tanto da essere considerata un laboratorio vivente ed una delle zone più importanti dell' emisfero occidentale.


Poza Churinice

Herichtlys minckley forma mulloscivora

Herichtlys minckley forma pescivora

Herichtlys minckley forma mulloscivora

Herichtlys minckley forma detrivora

Herichtlys minckley giallo

Tutto cominciò negli anni 50 quando nella Valle de Cuatro Cienegas de Carranza, nello stato di Coahuila, fu catturata una specie di tartaruga fino ad allora sconosciuta che, pur essendo terrestre, aveva delle alghe attaccate al carapace, segno che passava molto tempo anche in acqua. Un altro aspetto interessante era che le placche inferiori del carapace si chiudevano ermeticamente. Così cominciarono le spedizioni di scienzati nella valle per studiare questa nuova specie endemica che fu descritta con il nome di Terrapene coahuilae. Richiamato da questa scoperta l'ittiologo statunitense W. L. Minckley cominciò ad interessarsi delle sorgenti termali della valle e della loro fauna, in particolar modo dei pesci.

Formate dallo scorrimento delle circostanti Sierra di San Marcos y Pinos, La Madera , Menchaca e la Purì sima , sgorgano dalla superficie piana del suolo calcareo alcune sorgenti che vanno a formare piccole lagune che ospitano rappresentanti di otto famiglie di pesci, Ictaluridi, Centmrcidi, Pecilidi, Percidi, Cyprì nodontidi, Caracidi e Gelidi, con un totale di sedici specie di origine differente. Alcune provenienti dalle acque più fredde del nord (Cyprinella, Micropterus, Lepomis, Piloctidis, Ictalurus, Dionda, Etheostoma), altre dal versante del golfo (Cyprinodon e Lucania) ed anche rappresentanti del Centro America (Heri-chthys, Gambusia, Xiphophorus ed Astya-nax). Anche se la popolazione ittica della valle è di massima importanza si è assodato che oggi le specie endemiche di invertebrati superano di molto quelle dei pesci che sono solo otto per il momento, dato che nuove campagne di ricerca potranno far crescere l'elenco, almeno a livello di sottospecie.

Il Ciclide

Di tutte le specie di pesci che abitano le acque della valle quelle che hanno attirato di più l'attenzione degli studiosi e che hanno creato le maggiori controversie sono state quelle di Ciclidi. Abitanti delle sorgenti che circondano l' estremità della Sierra di San Marcos y Pinos questi singolari animali hanno fatto traballare la tassonimia tradizionale che basava la differenziazione delle specie soprattutto sui caratteri morfologici.

Studi iniziali (Labounty, 1974) suggerivano che la grandezza delle differenze mor-fologiche tra le tre forme che colonizzano le sorgenti termali indicavano l' esistenza di almeno tre specie distinte, situazione che appariva logica secondo la tassonomia tradizionale. Differenze molto meno rilevanti erano bastate per distinguere specie vicine (Kornfield, Smith, Gacnon & Taylor, 1982). Questi studi mostravano tre Ciclidi diversi, con due tipi di dentatura faringea e diverse lunghezze dell' intestino (Kornfield, 1973).

La prima varietà di Ciclide è considerata la più primitiva e la progenitrice delle altre due forme. Si distingue per il corpo alto e la dentatura faringea formata da sottili denti papiliformi senza alcuna specializzazione adatti a masticare cibo morbido, sorretti da una muscolatura leggera. Si nutre di detriti e ha la diffusione più ampia (Minckley, 1978).

La seconda forma ha una diffusione più ristretta nei dintorni del capo della Sierra de San Marcos ed è caratterizzata dal corpo alto e dalla dentatura faringea, sostenuta da una muscolatura forte e massiccia, formata da denti molariformi che utilizza per frantumare i gusci di Mexipyrgus, una chiocciola endemica della zona che costituisce la sua primaria fonte di cibo. Inoltre il suo intestino è meno lungo del 25%-50% di quello della prima varietà (Kornfield, Smith, Gacnon & Taylor, 1982). La terza varietà di Ciclide è diffusa unicamente in alcune sorgenti nella punta della Sierra de San Marcos (Poza la Bercerra , Laguna el Mojarral, Poza Churinice ed altre). La forma del corpo, particolarmente allungata, è adatta al nuoto veloce per permettere la cattura di piccoli pesci, primaria fonte di cibo, in particolar modo Astyanax mexicanus. Questo piscivoro ha entrambe le dentature delle altre due va-

rietà , la papiliforme e la molariforme e la lunghezza del suo intestino è ridotta, come in tutti i carnivori.

Ricerche di laboratorio (Labounty, 1974) hanno dimostrato che le caratteristiche morfologiche di queste tre forme, specialmente quelle riguardanti la dentatura, non sono provocate dall' ambiente in cui vivono questi pesci e che potrebbero non presentarsi quando le condizioni in cui non sono adoperate non si presentano. Ciò vuoi dire che se si alimenta esemplari della varietà molariforme con cibi morbidi potrebbero perdere questa caratteristica, come è successo in altre specie di Ciclidi come l' Amphilophus labiatus che perde le sue labbra grandi quando non le adopera per grattare le alghe dalle rocce ed Herì -chthys carpintis non ha più i denti affilati se non li usa per raschiare le alghe.

Il Problema

La questione della classificazione dei Cicli-di della Valle de Cuatro Cienegas sorse quando l' ittiologo Irving L. Kornfiled (Kornfield & Koehn, 1973) compì degli studi di affinità genetica di queste tre varietà . I risultati furono sorprendenti ed affascinanti.

Prove di elettroforesi dimostravano che la variazione genetica fra le tre forme di Ciclidi non corrispondeva a quella che ci si aspetta tra le specie differenti, ma al contrario era troppo piccola per garantire la speciazione. Ciononostante, stupito da questi risultati, concluse che era possibile che in un ambiente che non presentava variazioni la speciazione fosse avvenuta senza presentare differenziazione genetica e che le diversità morfologiche riscontrate erano sufficientemente grandi per garantire, secondo gli standard tassonomici accettati, tre specie diverse. Tuttavia considerava come ipotesi possibile, ma non improbabile, che ci si trovasse di fronte ad un' unica specie polimorfa (con differenti forme), situazione che non aveva precedenti.

Nel 1975 Sage & Selander compirono altri studi genetici e trofici ottenendo risultati molto simili a quelli di Kornfield. Conclusero tuttavia che la differenziazione ha avuto luogo attraverso il poliformismo e non la speciazione. Inoltre scoprirono che le coppie di questo Ciclide possono essere formate da soggetti di diverse varietà , così come gli avannotti di una stessa covata. Kornifield (Kornfield, Smith, Gacnon & Taylor, 1982) dimostrò successivamente attraverso comparazioni genetiche che, sebbene in realtà alcune covate raccolte da una coppia non appartenessero alla stessa ( situazione comune nei Ciclidi centroamericani ches pesso mescolano gli avannotti di diversi genitori), in altre coppie in cui c'era rispondenza genetica si trovavano avannotti appartenenti alle diverse forme. Si è anche osservato che a volte i maschi si occupano contemporaneamente di due covate, ognuna con una femmina di forma diversa. Invece covate di avannotti con caratteristiche intermedie tra le varie forme sono rare. Nel gruppo di 39 coppie analizzate da Kornfield più della metà erano formate da soggetti di differente varietà cosa che, d' accordo con l' applicazione di formule statistiche, poteva essere interpretata come scelta di coppie a caso. Basandosi su studi genetici Sage e Selander suggerirono che il Ciclide in questione fosse un discendente di Herichthys cyanoguttatus.

Kornfield (Kornfield & Koehn, 1973) aveva notato che la variazione genetica tra queste due specie corrispondeva esattamente a quella che ci si aspetta tra due specie sorelle. Sage e Selander ipotizzarono che un Ciclide ancestrale, dalla dentatura non specializzata di tipo papiliforme, potesse essere rimasto isolato nelle sorgenti, in un ambiente in cui l'abbondanza di chiocciole non veniva sfruttata come fonte di cibo da nessun altro. E ciò corrisponde a quanto ho potuto osservare direttamente sul posto. La Valle di Ocampo, a nord di quella di Cuatro Cienegas de Carranza, a cui si accede attraverso una gola a nord del paese omonimo appartiene alla parte superiore del bacino pluviale di Cuatro Cienegas. Anche in questa valle ci sono diverse sorgenti, alcune fanno parte dell' area protetta del parco municipale " La Mota ". L' habitat presenta caratteristiche più vicine a quelle del Rio Solado, il cui bacino corrisponde alla parte inferiore di quello di Cuatro Cienegas. In queste sorgenti abita appunto H. cyanoguttatus in compagnia di Astyanax fasciatus e Gambusia tnarshi, specie che si trovano anche nel bacino del Rio Salado e, in varietà geografica diversa, in quello di Cuatro Cienegas. Naturalmente esiste la possibilità che questi pesci siano stati introdotti artificialmente anche se l' amministratore del parco, originario della zona, lo ha negato categoricamente. Ciò indicherebbe che il Ciclide di Cuatro Cienegas rimase proprio isolato in un habitat sufficientemente distinto dal bacino del Rio Salado per garantire l' evoluzione delle due specie in modo differente. Si è anche ipotizzate che il Ciclide della valle appartenesse al gruppo di Parapetenia (Kornfield & Taylor, 1983), soprattutto basandosi sulla sua dentatura mascellare e che quindi poteva essere più simile alle specie del Rio Panuco nella Medialuna ( C. banani e C. \abridens) che ad Herichthys cyanoguttatus. Tuttavia la livrea di riproduzione del Ciclide di Cuatro Cienegas, colore di fondo bianco e macchie nere sulla parte posteriore del corpo, corrisponde a quella del genere Herichthys, come la linea longitudinale nera al centro dei fianchi sul corpo degli avannotti. Al momento attuale è accettata l' appartenenza al genere Herichthys, anche se la tassonomia degli ex - Cichlasoma è ancora controversa (n.d.t).

La Soluzione

Kornfield e Taylor conclusero il loro lavoro con la descrizione scientifica del Ciclide di Cuatro Cienegas, considerandolo una specie polimorfica e chiamandolo Cichlasoma minckleyi, in onore dello scienziato che ha studiato più a lungo la popolazione ittica della valle. Hanno anche chiarito che Cichlasoma pavonaceum, descritto da Gar-man nel 1881, catturato vicino alla città di Monclova, sempre nell' area in questione, è un sinonimo di H. cyanoguttatus e non del C. minckleyi.

L'Habitat

II biotopo di H. mickleyi è molto particolare, specchi di acqua cristallina con visibilità generalmente superiore ai 20 metri e con temperature stabili. Basti pensare che da misurazioni fatte nella laguna Mojarral durante un periodo di 10 anni,si è riscontrato uno scarto della temperatura massima di solo mezzo grado (Arnold, 1972), con variazioni massime di 5 ° C in superficie. Le lagune hanno una profondità massima di circa 5 metri e dimensioni ridotte ( El Mojarral 30 x 70 m , La Becerrra lOOm x 50, Churince 15 x 30 m ), inoltre negli ultimi anni sono state ridotte dai prelievi d'acqua per uso umano. In questo senso l' osservazione area della zona mostra una riduzione del volume originario anche del 50%. Le precipitazioni annue non superano i 30 mm e l'acqua è rapidamente assorbita dal suolo permeabile. Gli specchi d'acqua appaiono improvvisamente in un paesaggio desertico di cespugli e rovi, circondati dalle impressionanti Sierras rocciose che delimitano la valle. Il loro fondo roccioso è coperto da uno spesso strato di detriti, lungo le rive ci sono alcune rocce calcaree e la vegetazione è limitata a Ninfee e canne palustri. Nella Poza Churince vivono anche piante acqua-tiche senza foglie.

Secondo le mie misurazioni il pH è intorno a 7,8 mentre la durezza si avvicina ai 55 dGH. In ogni laguna ci sono centinaia di Ciclidi.

L'ordine sociale e l'alimentazione

Herichthys minckleyi è un Ciclide dalla colorazione tenue, ma piacevole. Negli individui sessualmente quiescenti il colore di base del corpo varia dal grigio chiaro, al giallo verde fino al verde scuro. Sul corpo sono presenti macchie nere ed una puntinatura azzurra è distribuita sui fianchi, la testa e le pinne della maggior parte degli esemplari. Un maschio adulto della forma detritivora e colorazione albina (giallo brillante con occhi rossi) è stato catturato da Gary Kratochvil nella Poza de la Becerra nel 1993 (Konings, 1994), ma nonostante le cautele prese non è sopravvissuto al viaggio. La forma della testa di ciascuna delle varietà di H. minckleyi è caratteristica e permette una facile identificazione. Inoltre la testa della forma mulloscivora si distingue per la massiccia muscolatura e per la maggior grandezza della bocca che la rendono sensibilmente più larga. Questo aspetto potrebbe giocare un-ruolo importante nella formazione delle coppie se l' evoluzione della specie lo manterrà . La forma detritivora ed in parte anche la mulloscivora sono gregarie. Si possono osservare molti di questi pesci che cond i vidono un grande territorio. Ho notato che queste zone, solitamente lungo le rive, sono delimitate da qualcosa, una grossa roccia od un gruppo di piante e possono raggiungere i 10 metri quadrati . Questo territorio è abitato da moltissimi pesci, la maggior parte dei quali viene ignorata dal maschio dominante del gruppo, generalmente un maschio del tipo detritivoro che si distingue facilmente per la grossa protuberanza sulla fronte, oltre alla colorazione molto scura su cui i puntini azzurri brillano intensamente. Questo maschio pattuglia il perimetro del territorio e, ciclicamente, si ritira nella sua parte più nascosta. Gli altri componenti del branco sono per 10 più femmine o maschi non dominanti della varietà detritivora che nuotano brucando la superficie delle foglie sommerse alla ricerca di cibo. Individui solitari o piccoli gruppi di mulloscivori si muovono sul fondo di detriti alla ricerca di lumache sfoggiando una livrea scurissima, più di quella del maschio dominante, spesso completamente nera, a parte i puntini azzurri. Muovendosi a pochi millimetri dal fondo 11 pesce si inclina a 90 ° raccogliende una boccata di detriti che masticherà lasciando uscire dalle branchie tutto ciò che non si può ingoiare, masticando invece i molluschi. Questo comportamento è interessante perchè è molto simile "a quello del Cichlasoma labridens della Valle del Rio Verde nel bacino del Panuco, che, oltretutto, nella stessa situazione presenta la medesima livrea. La somiglianzà dell' habitat della Valle de Cuatro Cienegas de Carranza e di quello del Rio Verde è sorprendente, ma rimane ancora da spiegare il significato della colorazione che il pesce assume in questa particolare situazione.

La forma piscivora adotta un comportamento molto particolare. Gli individui vanno da soli in cerca di cibo e durante la caccia sui fianchi appaiono, in corrispondenza delle macchie nere, delle barre color caff è che contrastano con il colore di fondo. Il pesce si appoggia sul fondale, di solito tra qualche pietra ed aspetta che si avvicini la potenziale preda, nella maggioranza dei casi un Astyanax. Quando il pesce è a tiro l' H. mickley scatta tentando di ingoiarlo, manovra che per la verità riesce solo poche volte. Questo sistema ricorda quello adottato dal Nimbochromis del Lago Malawi che, con una colorazione simile, si posa sul fondo fingendosi morto per attirare la preda. Non potrei dire se la colorazione del minckley serva a camuffar-si o a fingersi morto.

E' interessante segnalare che alle differenze morfologiche di questo Ciclide si è unito un unico schema comportamentale che permette di ottenere maggior profitto dalla sua specializzazione. Studi sulla sua alimentazione (Sage & Se-lander, 1975) hanno scoperto che gli apparati digestivi della maggioranza degli esemplari esaminati conteneva un solo tipo di alimento, fossero detriti, molluschi o pesci, bench é si fossero trovati anche tutti e tre contemporaneamente. Ulteriori studi (Liem & Kaufman, 1985) hanno dimostrato che quando il cibo è abbondante la specializzazione cessa, cio è un soggetto, quale che sia la sua forma (detritivora, mulloscivora o piscivora) mangia di tutto, senza preferenze. Inoltre in laboratorio, perfino con scarsità di cibo, la varietà mulloscivora considera le lumache come ultima pietanza a cui rivolgersi. Ciò spiega perchè si sono trovati artropodi nello stomaco di tutte e tre le forme, un insetto che cade nel!' acqua è considerato preda da tutte le varietà dell' Herichthys

minckleyi. Solamente quando il cibo scarseggia ogni forma si concentra sulla sua specialità , situazione che si deve presentare molto spesso visto che gli specchi d' acqua in cui vivono questi Ciclidi sono quasi dei deserti sottomarini. Nel territorio dell' H. minckleyi, oltre ai Ciclidi, abitano molti altri pesci. Il fondo è suddiviso in piccoli territori dall' endemico Cyprì nodon bifasciatus, le cui femmine si raggnippano nella zona con vegetazione. Banchi di Dionda episcopa ed Astyanax mexicanus nuotano in lungo ed in largo immediatamente sotto la superficie dell' acqua, vicino alle rive abita la Gambusia marshi.

Durante la riproduzione il minckley sceglie un proprio territorio, senza differenza tra le forme della specie. Il maschio dominante corteggia una femmina ed entrambi scelgono il luogo in cui deporre, all'interno del territorio, generalmente una superficie verticale vicino alle rive, se no scavano una buca dietro qualche sasso, fino a raggiungere un substrato solido. Alcuni maschi abbandonano il loro territorio per trovarne uno più adatto alle esigenze della riproduzione.

Il maschio scurisce ancora di più la livrea mentre stupisce il cambiamento di colorazione della femmina che diventa completamente bianca sul corpo e sulle pinne, mentre le macchie al centro dei fianchi ed alla base della pinna caudale intensificano il colore nero, creando un bellissimo contrasto.

La femmina depone fila di uova adesive di colore giallo, di circa 2 mm di diametro, il maschio le fertilizza immediatamente. In alcuni casi, contrariamente a ciò che accade nella maggioranza dei Ciclidi centro-americani, le uova sono molto vicine le une alle altre, tanto da sovrapporsi. La cura delle uova è affidata alla femmina che con la bocca elimina quelle ammuffite e, sventolando le pinne pettorali, crea movimento d' acqua. In acquario la schiusa avviene dopo due giorni e le larve vengono trasportate dalla madre in piccole depressioni che ha scavato sul fondo. Il maschio, che si limita a controllare il territorio, può anche riprodursi contemporaneamente con più femmine e partecipa alle cure parentali solo per pochi giorni. La madre invece è legatissima alla prole che non abbandona per nessun motivo e che guida con movimenti delle pinne alla ricerca di cibo, principalmente costituito da detriti. Dopo qualche settimana i piccoli, lunghi circa 2 cm , cominciano a disobbedire ai segnali della madre e vanno a rifugiarsi nelle zone poco profonde e ricche di vegetazione, dove passeranno la loro fase giovanile.

Discussione

E' stato ipotizzato (Sage & Selander, 1975) che questo Ciclide si trovi in uno stadio iniziale di speciazione e che col passare del tempo le diverse forme potranno scegliere sempre con maggior frequenza compagni uguali per la riproduzione, fino a separarsi totalmente in 3 specie distinte. Questa ipotesi potrebbe avere un precedente. Nel Rio Galinas, un affluente del Panuco che attraversa la Valle de Rascò n a San Luis Potosì , abitano due forme del complesso C. labridens che pare abbiano intrapreso lo stesso cammino. Probabilmente grazie alla mancanza di un predatore efficiente del genere Astyanax si è sviluppato nella parte intermedia dell' habitat - sotto le cascate a Tamasopo e fino a quelle del Tamul - un Ciclide piscivoro in apparenza molto simile al C. labridens mulloscivoro che abita il fiume. Questo, comunque, è molto scarso di numero rispetto al congenere. Mostra differenze significative nella forma del corpo, nella dentatura e nella livrea di riproduzione, inoltre nella maggioranza dei casi gli esemplari di entrambe le forme scelgono loro simili per la formazione delle coppie. Ma io stesso ed anche Konings abbiamo incontrato coppie miste che danno origine ad individui di forma intermedia. La storia geologica della zona ci dice che questo habitat non ha mai subito separazioni ed isolamenti e quindi la forma piscivora si è sviluppata da quella mulloscivora separandosi prima troficamente, in seguito per quel che concerne la riproduzione, fino ai nostri giorni in cui l'ibridazione tra le due forme è rara, ma ancora possibile.

Conclusioni

Senza dubbio la Valle de Cuatro Cienegas de Carranza è un patrimonio di tutta l'umanità. Molti altri studi dovranno essere compiuti per conoscere meglio la fauna e l' evoluzione della zona e potranno fare luce sulle teorie oggi accettate. Alla fine del 1994 il governo del Messico ha dichiarato la valle zona protetta, probabilmente non sarà sufficiente per tenere al sicuro la vita che vi si svolge, ma è un primo passo. Forse è solo questione di tempo perchè qualche acquariofilo male informato introduca nelle sorgenti qualche specie esotica che potrebbe sovvertire l' equilibrio biologico. L'abbassamento del livello dell' acqua dovuto ali' eccessivo sfruttamento per uso umano è un altro rischio imminente per la valle e ha già causato danni riscontrabili. Alcune specie come Cyprinodon atrorus, Lucania interioris e Gambusia longipinnis, possono vivere solo in acque molto basse e rischiano di sparire Infine una fabbrica di gesso senza controllo sparge su una vasta area i suoi residui danneggiando la vegetazione, inoltre c' è l' intenzione di costruirne una più grande. E' per questo che la valle merita la nostra attenzione, la natura e le generazioni future ce ne saranno grate.

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