di Marco Isidori

Se si allevano specie che covano le uova in bocca si ha spesso l’esigenza di isolare le femmine che sono in procinto di far uscire i piccoli.

Infatti dopo aver rilasciato gli avannotti le femmine hanno bisogno di alcuni giorni per riprendersi fisi-camente e mangiare in tranquillità prima di essere reintrodotte nell'acquario di comunità. E fino a qui dov'è il problema? E' che non tutti hanno acquari sui comodini o sparsi in casa da destinare alla crescita degli avannotti ecco perché si ricorre alle vaschette per il parto galleggianti usate per i Pecilidi dove i piccoli vengono divisi dalla madre spesso stressata da una lunga permanenza in quella che io chiamo prigione. Infatti queste vaschette sono molto piccole e hanno un minimo ricircolo d'acqua, non sono adatte per specie grandi come Aulonocara, Cyathopbarynx... Queste sale parto in plastica sono state affiancate da qualche tempo da reti galleggianti che offrono un maggior ricircolo dell'acqua, sono più spaziose e si possono smontare quando non servono più. Purtroppo anche queste reti non sono adatte per femmine di taglia grande e l'unica soluzione rimane quella di costruirsi da soli la rete galleggiante con le misure che vogliamo. Tutto ciò che serve, oltre ad un po' di tempo libero, è una rete fine plasticata non rigida della tramatura di 1mm x 1mm, preferibilmente bianca o grigia, del filo di ferro zincato rivestito in plastica del diametro di 3 mm, del polistirolo non colorato, meglio se del tipo più compresso perchéè più resistente e facilmente lavorabile. Come strumenti useremo pinze, tenaglie, forbici, taglierino, del filo da pesca (diametro 0,16), un ago e la pistola per il silicone.

Io ho costruito una rete lunga 30 cm, larga 20 ed alta 18, ma non ci sono limiti alle dimensioni. Si prende un filo di ferro lungo 110 cm e si piega formando il perimetro del rettangolo 30x20 cm. L'abbondanza dei fili serve per fissare. Girate tra loro i due apici fino ad ottenere la forma di rettangolo. La stessa operazione si effettua per formare la base della rete. Dopo si taglia la rete ad un'altezza di 20 cm per una lunghezza di poco superiore ad un metro e si cuce con ago e filo da pesca ai due rettangoli fatti con il filo di ferro. Poi si applica un secondo pezzo di rete per formare la base cucendola al rettangolo di ferro, questa è la fase di lavorazione più importante, se non siete abili chiedete l'aiuto di qualche esperto. Terminato lo scheletro si prepara la rete per il galleggiamento tagliando il polistirolo a listelli la cui base misuri 3cmx3cm e la cui lunghezza sia uguale a quella dei lati del rettangolo che sta in superficie. Poi si praticano delle scanalature larghe e profonde circa 5 mm e si fissano sul lato alto del rettangolo sigillandole con il silicone per evitare che si arrugginisca il filo di ferro e che si possa scucire la retina. Stessa procedura per sigillare le cuciture ed il fil di ferro nella zona della rete immersa ed il gioco è fatto. Ora non ci rimane che far asciugare per due giorni il silicone, lavare accuratamente la rete con un po' d'acqua e poi metterla in opera. Spero così di aver stimolato qualche appassionato a provare il fai da te per offrire ai nostri pesci soluzioni migliori che le strette "prigioni" a cui a volte li costringiamo.