testo di P. Burnel


E’ proprio la sistematica. E’ un po’ come le sabbie mobili: quando ci si è messo un piede dentro non si è sicuri di uscirne. Con Internet è ancora peggio… Allora, quando si mettono insieme i due si è nei guai…
Navigando sul Web ho finito per avere qualche informazione sulle modificazioni tassonomiche di grande importanza , trattandosi spesso di pesci molto noti agli acquariofili .

Al livello dei Ciclidi del Malawi, il fatto significativo è certamente la descrizione nel 1997 di Stauffer e al. di un nuovo genere, Metriaclima, per un certo numero di specie del complesso “Pseudotropheus zebra” per le quali un sotto-genere era già stato “descritto“ (Maylandia) tuttavia quest’ultima entità sistematica non sembra essere valida per assenza di diagnosi (Konings per es.) ma, dal momento che altri (R. Allgayer, W. Staeck per es.) ritengono che conti soltanto la regola di priorità, Maylandia sarebbe valida. Ciò che è certo è che la diagnosi di Maylandia è molto vaga e veramente incompleta, per non dire inesistente. Evidentemente se gli autori avessero descritto nuovamente Maylandia, piuttosto che dare un nuovo nome, ciò avrebbe evitato molte discussioni. La cosa migliore è descrivere M________zebra, e ognuno ci metterà ciò che vorrà (o ancora Metrialandia o Maylanclima!!). Questo è almeno ciò che pensavo fino a che Robert Allgayer mi facesse notare che la diagnosi di Maylandia esiste proprio ma…nella descrizione di Pseudotropheus (Maylandia) hajomaylandi Meyer e Schartl, 1984. Tutti i metriaclimatofili si rassegnino… Maylandia è proprio idoneo, ed è bene perchè non mi piaceva affatto questo nuovo nome di genere!
Dieci nuove specie sono descritte all’interno del “nuovo” genere, tuttavia secondo Konings (comm. pers.) non più di 3 (eventualmente 4) di queste specie sarebbero valide ( M. phaeos, M. cyneusmarginatus, M. mbenjii), non essendo gli altri che sinonimi di M. zebra. Noi semplici acquariofili riterremo soprattutto la denominazione del nostro”Pseudotropheus zebra Mbenjii” sotto M. benjii , comunque molto più semplice di tutti gli altri nomi tirati fuori da Stauffer. Ad esempio ecco gli otto Melanochromis descritti nel 1997 da Stauffer di cui dò il nome commerciale e/o la sinonimia.
M. dialeptos = “Dwarf auratus”
M. cyaneorhabdos = “Maingano”
M. elastodema = “Chisumulu johanni” probablement synonyme de M. interruptus
M. perileucos = “Black and White Johanni”
M. lepidiadaptes = “Lepidophage”
M. benetos = “Northen Blue” = ? M. robustus
M. baliodigma = Blotch de Masinje - 2 à 4 occhielli gialli sull’anale
M. xanthodigma = “Blotch” de Membe e Chisumulu - 5 a 7 occhielli

Nella misura in cui il “complesso zebra” è elevato al rango di genere si può pensare che il sotto-genere Tropheops descritto da Trewavas nel 1984 contemporaneamente a Maylandia può essere elevato al rango di genere.

Anche nel lago Tanganica si muove qualcosa.
Stiassny ha pubblicato un lavoro preliminare (che promette un lavoro per il seguito!) sui “Lamprologini” (Prego fornire un’aspirina!). Sembra che i Teleogramma dello Zaire possano essere integrati alla tribù dei lamprologini. Il genere Lamprologus è nuovamente ristretto alle specie fluviali dello Zaire. I Neolamprologus ritrovano pertanto le qualche specie di conchigliofili che M. Poll aveva attribuite al genere Lamprologus “Lepidiolamprologus” cunningtoni è parimenti integrato al genere.
In contropartita i Lepidiolamprologus guadagnano L. lemairii, L. pleuromaculatus, L. hecqui, L. boulengeri, L. meeli

Variabilichromis (V. moori) sarebbe valido, ma non Paleolamprologus (N. toae), almeno per ora, essendo quest’ultima specie, secondo gli studi di Sturmbauer sull’ADN vicina a N. cylindricus. Sturmbauer ci aveva già gratificati con uno studio improbabile sull’ADN dei Tropheus (cf. RFC 127), cosa che non migliorerà la sua credibilità!. N. fasciatus potrebbe essere integrato agli Altolamprologus (Stiassny, comm. Pers.) ma in questo caso il genere dovrebbe essere ridescritto (E’ un po’ di tempo che lo si è scritto nella RFC: Tawil, Burnel..). Segnaliamo tuttavia che, nella pubblicazione di Stiassny queste specie non sono separate dai Neolamprologus.
Infine notiamo che Stiassny parla di un “gruppo ossificato” la cui caratteristica è la presenza di un osso sesamoide nel legamento labiale (diamolo per buono). Questo “gruppo ossificato” comprenderebbe specie differenti quali gli Altolamprologus (Ivi compreso “A.” fasciatus, i Lepidiolamprologus (nel senso definito precedentemente), N. leloupi e N. caudopunctatus, N. speciosus, N. meleagris, N. similis, N. callipterus, N. ocellatus, N. stappersii, N. hecqui, N. calliurus, N. multifasciatus.
Riunire tali specie all’interno di un nuovo genere sembra abbastanza delicato e tuttavia Konings (sul proprio sito Internet) le ha già ritirate dai Neolamprologus per situarle nei Lamprologus, almeno per quelle che non appartengono né agli Altolamprologus né ai Neolamprologus ! E’ forse correre un po’ troppo. Per coloro che da qualche riga si domandano cos’è un osso sesamoide si può dare la seguente definizione: “Piccolo osso supplementare, che non serve a niente salvo che a far ……. occupare i sistematici”. Gli esseri umani ne sono provvisti a volte a livello delle articolazioni delle prime falangi (vecchio ricordo dei miei corsi di facoltà). Il legamento labiale???? Normalmente, se si osserva il disegno di Stiassny, deve trovarsi dalla parte della mascella inferiore (in fondo al corridoio, a sinistra).

Neolamprologus meleagris sarebbe un sinonimo di N. stappersii e N. helianthus sinonimo di N. splendens secondo Konings ma non secondo Buscher (comm. Pers.) che ammette che la diatriba di N. stappersii/meleagris rimane da chiarire anche se per alcuni N. helianthus presenta differenze anatomiche ed ecologiche con N. splendens. Quanto alla sinonimia N. crassus/marunguensis niente è stabilito poiché certi studi mostrerebbero che si tratta proprio di specie distinte. Inoltre la priorità del crassus su marunguensis non sarebbe parimenti realmente evidente (Buscher, comm. Pers.) poiché l’anteriorità del crassus non è data altro che da un manoscritto dato a Konings da Brichard, il che non è conforme al Codice di Nomenclatura.

Ecco la risposta datami da Ad allorché gli facevo notare che ci sono differenze anatomiche evidenti tra N. meleagris e N. stappersii, essenzialmente a livello oculare.

“I miei occhi sono più grandi dei tuoi, ciò significa forse che apparteniamo a specie diverse? Guardando attentamente, si trovano sempre differenze individuali e se un pesce è stato immerso più di cento anni nell’alcool ed un altro invece è fresco, ciò ti porta a paragonarti ad una vecchia mummia egiziana! Esistono numerose differenze, ma siamo forse specie distinte? “

E’ sullo stesso principio che Ad mette in dubbio la validità di certe specie di Metriaclima ed è, a grandi linee, la base della sua teoria tendente a non dare un nome scientifico a ogni verità geografica e ammettendo una certa tolleranza a livello dei caratteri anatomici all’interno delle specie.

Globalmente ciò porterebbe a dire: gli asiatici hanno gli occhi a mandorla e sono bassi, gli africani hanno i capelli crespi ed hanno il naso schiacciato, alcuni sono alti, altri pigmei, gli scandinavi sono biondi e gli americani sono grassi (fattore adattativo alla coca cola!); ciò non significa che tutte queste popolazioni appartengano a specie distinte.

A ciò R. Allgayer replica che anche nelle mummie il diametro dell’orbita non è modificato dall’età e che dunque le specie sono ben distinte.

Segnaliamo ancora la descrizione di Neolamprologus laparogramma (Bills, 1997) non si tratterebbe che di una varietà di N. signatus di provenienza di Mpulungu e in seno alla quale i maschi non presenterebbero che poche barre verticali (Konings, Comm. Pers.), le barre di N. signatus stemperandosi mano a mano che si va verso Est.

Konings finisce per ammettere che i Tropheus “rossi” non sono T. moorii (soddisfazione personale!).

In America Centrale gli Herichthys sono rivisti (Kullander). Ne sono esclusi H. pearsei e H. bocourti, vi sono inclusi (oltre i carpintis - cyanoguttatus - tamasopoensis): H. labridens, H. steindachneri, H. pantostictus, H. bartoni, H. minckeyi, H. teporatus (Che cos’è questo coso? Ricerca sul WEB….? Non è gran ché! ) Affermazione sulla quale Robert Allkgayer non è proprio d’accordo.
Secondo Kullander (Comm. Pers.) il genere Chuco non sarebbe valido “Forse nel futuro!” A questo riguardo Robert ci rifila una strabica “regola di anteriorità” per giustificare la validità del genere. Ciò mi permette di sottolineare che nella stessa comunicazione, Kullander rifiuta Metriaclima sulla base della regola dell’anteriorità senza tener conto dell’assenza di diagnosi di Maylandia e rifiuta Chuco sull’assenza di diagnosi, senza tener conto della regola di anteriorità!!!!!

Inoltre bisognerà probabilmente aspettarsi una divisione degli Amphilophus poiché analisi genetiche hanno mostrato che le specie filtratrici del substrato (Gruppo alfari, rostratum …etc.) hanno una linea evolutiva distinta da quelle del gruppo “citrinellum”. E’ stata proposta, ma non ancora ammessa, la riabilitazione del genere Astatheros. Cosa su cui Robert è d’accordo!
Ricordiamo che i “Guapotes” sono riuniti nel genere Parachromis (P. dovii, P. managuensis, P. motaguensis, P loisellei, P. friedrichstalii) e che Hypsophrys sostituisce Copora (H. nicaraguensis).


Infine, sono stati descritti nel lago Victoria tre nuovi generi e quindici nuove specie (Ole Seehausen, Elisabeth Lippitsch, Niels Bouton e Helen Zwennes, 1998)
Erwin Schraml (Asburgo) ha gentilmente voluto fornirmi qualche informazione su queste novità (in tedesco, ma in linea di massima, sono riuscito a cavarmela!).

Vi consegno dunque questi nuovi nomi con i loro antichi nomi commerciali per permettervi di ritrovarli nel libro di Seehausen (Lake Victoria Rock Cichlids).

Il genere Neochromis è ridescritto (specie tipo N. simotes sinonimo di N. nigricans). Quest’ultima specie non corrisponde a ciò che noi manteniamo sotto questo nome. I pesci originari del golfo di Mwanza e mantenuti sotto “nigricans” portano ora il nome di Neochromis rufocaudalis. Il vero N. nigricans, originario di Entebe, non sembra conosciuto.
Gli altri nuovi Neochromis sono:
Neochroimis gigas (Haplochromis “Giant Scraper”)
Neochromis greenwoodi (Haplochromis “Velvet Black”)
Neochromis omnicaeruleus (Haplochromis “Blue Scraper”)

Mbipia è un nuovo genere la cui specie tipo è Mbipia mbipi (Haplochromis “Velvet Black”, Haplochromis “Yellow Velvet Black”, Haplochromis “Copper Black”) Altra specie: M. lutea (Haplochromis “Carp”)

Pundamilia, secondo nuovo genere al quale appartiene “Haplochromis” nyererei.
Altre specie:
Pundamilia azurea (Haplochromis “Blue Nyererei”)
Pundamilia igneopinnis (Haplochromis “Black & Orange”, Haplochromis nyererei “Black & Orange”, Haplochromis “Black & Orange Nyererei”)
Pundamilia macrocephala (Haplochromis “Deepwater”, “Haplochromis Deep Blue”)
Pundamilia Pundamilia, specie tipo del genere (Haplochromis nyererei “Zebra, Haplochromis “Zebra Nyererei”, Haplochromis “Black Nyererei”)


Terzo nuovo genere: Lithochromis la cui specie tipo è Lithochromis rubripinnis (Haplochromis “Blue Pseudonigricans”, Haplochromis “Black & Yellow Pseudonigricans”, Haplochromis “Yellow Blue”).
Altre specie:
Lythochromis rufus (Haplochromis “Red Pseudonigricans”)
Lythochromis xanthopteryx (Haplochromis “Black Pseudonigricans”, Haplochromis “Black & Yellow Pseudonigricans”).

Infine due nuove specie classificate fra gli Haplochromis:
Haplochromis cyaneus (Haplochromis “Blue Rockpicker”)
Haplochromis flavus (Haplochromis “Yellow Rockpicker”)


E poiché all’inizio di questa prosa indimenticabile (!?) vi ho parlato del WEB, ecco qualche sito sul quale potrete trovare cose interessanti:
http://www.cichlidpress.com (Konings)
http://www.nrm.se/ve/pisces/acara/cichpage.html.en (Kullander)
http://www.connix.com/ mko/mwfishes.htm (Oliver)
http://home.t-online.de/home/schraml.e/index.htm (Schraml)
http://perso.wanadoo.fr/chronos/bac,html (G.Koniè più conosciuto come….R.A.!)
http://tanganyka.netliberte.org (E. Genevelle)


Per il resto potete cercare, non c’è che l’imbarazzo della scelta ma “ce n’è per tutti i gusti” perché dovrete faticare un bel po’ prima di fare la vostra cernita.

Per fortuna che esiste tutto ciò per concedersi piccoli piaceri; occupa e, come avrebbe detto la mia povera nonna, “Almeno così non si va per osterie!”
Coraggio! Interrogazione scritta al prossimo congresso! (l’ha detto il professore!) oppure (seconda versione) “è il prof. ch’è l’addetto”
Con tutti i miei ringraziamenti a coloro che, direttamente o indirettamente, hanno partecipato ai miei mal di testa!