testo di Claudio Barberis

Nel corso di discussioni inerenti i Ciclidi fatte con altri appassionati, mi capita spesso di sentire frasi come: «Mi è morto quel bel pesce », «Quel povero pesce è sempre rintanato in un angolo», «Quel pesce non si colora come dovrebbe » ecc. Purtroppo molte persone si limitano a lamentarsi delle loro disgrazie senza tuttavia ricercare la causa dei loro insuccessi. Come tutti coloro che si sono appassionati di acquariofilia, anch'io, all'inizio riempivo il mio acquario dei pesci che ritenevo più attraenti senza alcun criterio. Pur facendo riferimento ai consigli del mio negoziante, i risultati negativi non si fecero attendere. I pesci che avevo comprato, avevano delle esigenze differenti rispetto alla composizione chimica dell'acqua, all'alimentazione e alle loro caratteristiche comportamentali. Così alcuni di essi morirono, altri si ammalarono e altri ancora vennero uccisi da specie più aggressive. Dopo questo insuccesso, mi promisi di non fare più dei "fritti misti" è così , da quel momento, iniziai a studiare le esigenze di ogni pesce che desideravo allevare. Questo modo di vedere le cose è di fondamentale importanza quando si allevano Ciclidi. In effetti il successo del loro allevamento è da ricercare nell'ambito del loro comportamento. Vedo perciò le vasche specifiche come la migliore soluzione. Per vasche specifiche non intendo esclusivamente acquari popolati da una sola specie di pesci, ma una comunità di specie purch é compatibili tra di loro. Il fatto che i pesci non si picchino non vuoi dire comunque che sussistano le condizioni ideali. Tempo fa, ho allestito un acquario dove vivevano degli Pseudotropheus, dei Labidochromise dei Copadichromis sp. Kadango. Questo acquario non mi aveva mai causato problemi e sebbene tutti i pesci godessero di ottima salute, i Copadichromis non portavano mai a termine una riproduzione. Dopo aver tentato di tutto, mi decisi a trasferire tutti gli Mbuna (Pseudotropheus e Labidochromis) in un'altra vasca.

Da quel momento i maschi di C. Kadango si colorarono molto di più intensamente e pochi giorni dopo iniziarono a costruire i rispettivi nidi trasportando della sabbia con la bocca sulla parete rocciosa che avevo costruito. Mi resi così conto che la presenza degli Mbuna (che stazionavano quasi sempre sulle rocce), impediva ai Copadichromis di costruire i propri nidi. Per quanto riguarda la colorazione, bisogna tenere presente che la maggior parte dei Ciclidi presenta i colori più intensi durante il periodo riproduttivo. Un'altra considerazione abbastanza comune tra gli appassionati, riguarda la monotonia comportamentale dei Ciclidi provenienti dal lago Malawi rispetto a quelli del Tanganica. Questo succede quando si mettono nella stessa vasca diverse specie di Protomelas, Copadichromis, Aulonocara ecc. Se è vero che una vasca del genere è stupenda dal punto di vista estetico, non dobbiamo dimenticare che quasi tutti i pesci hanno abitudini diverse anche se provengono dalla stessa zona geografica. Alcuni prediligono le zone sabbiose, altri quelle rocciose, altri ancora necessitano di grandi superf i ci per costruirsi il nido e anche le differenti abitudini alimentari non sono da sottovalutare.

Quindi, a meno che non si disponga di acquari così grandi da ricreare i più svariati biotopi, conviene scegliere due o tre specie e acquistare per ognuna un gruppo. Solo così avremo modo di osservare il formarsi di una gerarchia all'interno di ogni specie, dove l'esemplare che risulterà dominante, sarà certamente più bello rispetto ad un maschio allevato in un acquario di comunità.

Credo che il traguardo di ogni acquariofilo, sia di ricercare le condizioni in cui i pesci si riproducono e crescono i loro piccoli senza dovere intervenire quasi mai. Ricordo con piacere di aver dedicato un'intera vasca ad una femmina di Cyrtocara Moori e alla sua prole. Per diverse settimane badò ai suoi piccoli riprendendoli in bocca ogni volta che si presentava un pericolo. Quando durante una nuova incubazione lasciai la stessa femmina in una vasca di comunità , dopo averli sputati per la prima volta, non riprese mai più le larve in bocca.

Un altro successo che mi è rimasto in mente, è stato grazie ad un gruppo di Cyprichromis che tenevo da soli in una vasca di 400 It. Il gruppo era costituito inizialmente da 5 maschi e 14 femmine e vi assicuro che vedere i maschi dividersi la superficie in territori invisibili, le femmine formare un branco omogeneo mentre incubavano le uova e poi i piccoli formare una nuvola di più di cento esemplari, è stato uno spettacolo indimenticabile. Ho fatto riferimento a questi esempi per sottolineare come in acquari di comunità questi avvenimenti non sarebbero stati possibili. I Ciclidi comunque sono pesci molto robusti e si adattano anche a condizioni di vita non del tutto favorevoli. Nonostante ciò, spesso capita che, in situazioni anomale, il loro comportamento si snaturi e dia luogo a dei fenomeni che per gli acquariofili più attenti, sono sinonimo di insuccesso.

Ad esempio, può accadere che le specie che incubano le uova in bocca, non portino a termine l'incubazione. Delle volte la coppia riproduttrice è talmente disturbata dagli altri pesci che il maschio, nell'intento di difendere il proprio territorio, non riesce a fecondare le uova. In altri casi è la femmina che non trovando un rifugio tranquillo all'interno della vasca, si stressa ed espelle le uova prematuramente. Per finire quindi, come traspare da questo articolo, sono favorevole alle vasche allestite con un certo criterio perché credo che sia la strada giusta da seguire per fare vivere e non sopravvivere i nostri amati Ciclidi.