testo e foto di Leonardo Plinio Denti

Endemica del Tanganica questa specie è originaria di Kapampa, sulla costa sudoccidentale di Moba, in Zaire, ma si segnalano ritrovamenti anche nelle località di Zongwe e di Moliro nello Zambia. La sistematica di questa specie ha subito diverse modificazioni ed è tuttora controversa, di certo pare che appartenga al gruppo -brichardi e che divida l’habitat con il Nl. savoryi. Si distingue dal Nl. gracilis, che non possiede le tipiche tacche opercolari come gli altri appartenenti al gruppo di Nl. brichardi, solo per la colorazione bianca e blu che il Nl. marungunensis presenta sulle pinne caudale e dorsale. I prolungamenti filamentosi della pinna caudale sono bianchi in entrambe le specie, ma molto più lunghi in Nl. gracilis, addirittura quanto il corpo in alcuni soggetti subadulti. Comunque la livrea del Nl. marungunensis è praticamente inconfondibile, infatti il corpo è di un bel rosa beige , con i bordi delle squame più scuri, tanto da dare l’impressione che il pesce sia ricoperto da una rete finissima, e le pinne sono bianche e blu.

Per una buona riuscita nell’allevamento di questa specie è necessario avere una coppia affiatata od un piccolo gruppo, a seconda dello spazio che si ha a disposizione. Infatti, quando per motivi di convivenza ho dovuto separare una coppia ed un altro adulto in una vasca di 50l, ho scatenato una vera e propria guerra e ho dovuto togliere in fretta il terzo incomodo che veniva tartassato dalla coppia. Quest’aggressività intraspecifica non si manifesta in acquari di grande capienza dove anche i soggetti “single” aiutano le coppie nell’allevamento della prole, esattamente come avviene per il Nl. brichardi. Al centro della comunità, e quindi più vicino allo strato roccioso, rimangono le coppie con i nuovi nati, intorno stazionano i giovani ed i subadulti, mentre gli adulti sessualmente quiescenti completano questi cerchio immaginario.

Questo comportamento è senz’altro efficace per salvaguardare le coppie in riproduzione e l’esistenza stessa della specie visto che i pesci più esposti ai predatori sono gli adulti non riproduttori. Ho notato comunque che anche all’interno di queste società più evolute è sempre presente un individuo dominante, solitamente un vecchio maschio con la fronte leggermente gibbosa a cui gli altri dimostrano sottomissione con il tremolio del corpo. Atteggiamento che serve anche a guidare il compagno verso il luogo prescelto per la deposizione. L’amico Livio mi ha raccontato che tra i 4 esemplari da me cedutigli si è formata una coppia, ma dopo le prime riproduzioni, la femmina è stata attirata nel territorio da un altro maschio con gli avannotti con cui si è accoppiata. Il maschio ha curato anche gli avannotti della femmina come se fossero i suoi.
Il comportamento intraspecifico merita un’attenzione particolare, infatti questo piccolo Ciclide (8 cm LT) una volta stabilito il suo territorio, prevalentemente un ammasso roccioso, lo difende accanitamente contro qualsiasi eventuale nemico, anche se di dimensioni ragguardevoli. Per queste ragioni sarebbe bene non far coabitare questo pesce con specie che hanno una stretto legame con la zona rocciosa.

Per concludere uno sguardo all’alimentazione che è stata un punto interrogativo anche per i primi esploratori del lago, infatti sembrava strano che gruppi così numerosi di pesci potessero stazionare in una zona fissa senza mai migrare per cercare cibo, ma dato che si tratta di specie planctofaghe è la corrente a trasportare il nutrimento a questi pesci e se in acquario si somministrano naupli di artemia ci si può rendere conto della loro abilità di caccia. Io comunque preferisco alimentarli con un pastone vegetale preparato in caso alternando ogni tanto con Cyclops surgelati ed artemie.
E’ parecchio tempo ormai che possiedo questi pesci e devo dire che sono veramente singolari, oltre che per il comportamento sociale anche per le particolari pinne bianche e blu che danno un tocco di colore alla vasca del Tanganica.

Bibliografia:
Konings A. (1993): Le Cichlidés Yearbook, vol. n. 3. Cichlid Press.
Staeck W. (1995): Aquarium oggi. Aprile.

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