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testo di Gianni Germinara, foto di Claudio Barberis

 

Il genere Tropheus venne istituito nel 1898 da Boulenger sulla base della descrizione di esemplari raccolti nella zona a sud-est del Lago Tanganica prospiciente il villaggio di Mpulungu, chiamata a quel tempo Kinyamkolo. Quel tratto di costa è caratterizzato da enormi rocce, franate dalle rive scoscese in tempi ormai lontani. Queste rocce sono prive di sedimenti, ma ricoperte da un ricco biostrato, che offre rifugio e nutrimento ideale ad una specie estremamente adattata all'ambiente' petricolo come Tropheus.
Tassonomicamente Trop/wus Mpulungu appartiene alla specie Tropheus tnoorii Kasabae, una sottospecie istituita recentemente da alcuni ittiologi ed accettata anche dal Dott. Max Poli nella sua revisione del 1985- Tropheus moorii Kasabae si distingue in due gruppi fondamentali. La linea detta "a due galloni", in riferimento alle due righe interorbitali di colore chiaro a forma di grado militare, e la linea detta "rainbow", arcobaleno, essendo le specie di questo gruppo variopinte. In particolare appartengono a questo secondo gruppo cinque varietà geografiche il cui nome deriva ovviamente dal luogo di raccolta che, da ovest ad est sono:


* Cape Kabeyeye, dal colore di fondo giallo-verde
* Cape Chaitika, dalla dominante blu
* Mpulungu, caratterizzato dalla tipica chiazza giallo-arancio
* Kalambo, che differisce dal precedente solo per la puntinatura sulla testa più evidente e per i colori più appariscenti.
* Kaia, che riunisce tutte le razze dette "red rainbow".
Tutte le forme di colorazione mostrano delle caratteristiche comuni, quali un'estesa puntinatura bianca o crema sulla testa, una colorazione addominale chiara che, partendo dalla pinna pettorale, può estendersi su tutta la metà inferiore dei fianchi fino alla pinna caudale in forma di grande triangolo (fanno eccezione le varietà Mpulungu e Kalambo in cui la chiazza è corta ed occupa anche la metà superiore del fianco). E' un pesce di piccola taglia che raramente supera i 12 cm, le pinne son'o ben sviluppate, le pettorali vanno dal giallo al verde al giallo-arancio, la dorsale segue la colorazione dominante, può essere blu o rossa o giallo-verde a seconda della varietà. Gli esemplari molto giovani conservano però in tutte le varianti la tipica colorazione a strisce di Tropheus moorii, fatto dovuto ad esigenze di mimetismo visto che in natura i giovani Tropheus tendono a spostarsi in acque più basse, dove occorre non essere visti anche dall'alto. Tale livrea verrà mantenuta fino alla lunghezza di circa 5-6 cm allorché i maschi cominciano ad assumere la colorazione tipica della varietà. La linea "rainbow" occupa un tratto di costa di circa 150 km, con numerose barriere ecologiche non molto grandi. Questa è una delle cause della grande varietà di forme di colorazione : infatti nel lago , tra una scogliera e l'altra, si gettano numerosi fiumi che, creando zone paludose o sabbiose che i Tropheus non riescono a superare, diventano delle vere e proprie barriere ecologi-che .cosicché in ogni Zona la varietà presente è peculiare di quei luoghi. 11 Tropheus è un animale petricolo, molto legato all'ambiente roccioso che gli offre cibo e rifugio.
Il particolare ambiente in cui vive lo ha costretto a sviluppare un peculiare modo di alimentarsi: la sua bocca in posizione ventrale gli permette infatti di nutrirsi principalmente di alghe che trova sulle rocce, anche se, come si è potuto osservare spesso in natura, non disdegna covate di avannotti altrui.

Le rocce del lago sono ricoperte di quello che gli scienziati tedeschi hanno chiamato "aufwuchs", uno spesso strato algale che, a seconda della profondità e quindi della luce, raggiunge facilmente il centimetro e mezzo, offrendo rifugio ad innumerevoli specie di crostacei ed invertebrati. Questo misto di materiale vegetale ed animale viene raschiato dai Tropheus con la bocca munita di finissimi denti particolarmente adatti allo scopo. Il suo lunghissimo intestino gli permette di digerire l'indigesto (scusate il bisticcio di parole) materiale vegetale, da qui l'importanza di fornire agli esemplari mantenuti in acquario abbondante mangime vegetale e scarso, ma digeribile materiale animale. E' molto sensibile ai problemi intestinali, sono frequenti le occlusioni, non facilmente guaribili poiché quando si manifestano i sintomi è ormai troppo tardi. Più facile prevenire questi problemi con una dieta molto varia costituita prevalentemente da verdure, con apporto di anemia salina e mysis, assolutamente da evitare i chironomus e tubifex!. Anche se molti effettuano cure preventive con preparati a base di metronidazolo, in quanto le occlusioni sono generalmente provocate da protozoi flagellati, la prevenzione naturale è preferibile, fermo restando che molti casi di occlusione sono stati risolti con cure mediche.

Nella sua continua ricerca di cibo il Tro-pheus si sposta in gruppi, ma, contrariamente a ciò che si potrebbe immaginare, non è assolutamente un pesce di branco : non esiste infatti una gerarchia, ma ogni pesce si muove per proprio conto. Questi grandi gruppi sono costituiti prevalentemente da maschi: le femmine in età feconda generalmente si rifugiano con i loro avannotti nelle cavità rocciose. Ciò si può osservare anche in acquario: in un ambiente ristretto, dove è costretto a vivere a contatto di gomito con i suoi consimili, pochi pesci mostrano un comportamento più ruvido ed aggressivo di un Tropheus. E' un incubatore orale, vale a dire che la femmina dopo la deposizione raccoglie in bocca le uova per l'incubazione. Anche in natura non esiste una stagione particolare per la riproduzione, in linea di massima, essendo le acque del lago abbastanza stabili come temperatura (circa 26,5° C) e valori chimici (pH circa 8,8; 600 microSiemens di conducibilità, consigliati anche in acquario), gli studiosi ci riferiscono che le femmine incubano più o meno durante rutto l'arco dell'anno. Alcuni giorni prima della deposizione il maschio, assunta una livrea sgargiante, cerca di attirare una femmina nel luogo scelto per la deposizione. In genere si tratta di una superficie piana riparata, a ridosso di un grosso sasso od in una cavità. Dopo aver pulito la superficie avviene la deposizione: la femmina depone le uova che subito raccoglie in bocca, fecondandole raccogliendo lo sperma dall'apertura genitale del maschio. Questo rituale si ripete fino alla completa espulsione delle uova.

Dopo la deposizione la femmina si cerca un rifugio tranquillo dove rimane per circa 25 giorni, dopodiché gli avannotti vengono definitivamente rilasciati. Inutile dire che in questo periodo la femmina non mangia nulla o quasi, sicché in seguito è opportuno fornirle un cibo particolarmente nutriente con l'aggiunta di un composto polivitaminico reperibile in farmacia o nei negozi specializzati. Questo comportamento riproduttivo è molto vantaggioso in natura, in quanto consente maggiori possibilità di salvezza per gli avannotti in un mondo ostile, popolato da predatori: normalmente, quindi, una deposizione non consente di avere più di una dozzina di avannotti anche se in circostanze favorevoli ci sono deposizioni più numerose. Anche ciò è frutto di un particolare adattamento, in quanto la bocca della madre non potrebbe accogliere più di un certo numero di avannotti. Fin dai primissimi giorni dopo la separazione definitiva dalla madre l'avannotto di Tropheus, che ormai ha una lunghezza di un centimetro e mezzo, è in grado di cibarsi come i suoi genitori, grattando le alghe dalla superficie delle rocce. Per difendersi dai predatori indossa la livrea femminile, più mimetica di quella dei maschi, fino alla maturità sessuale, allorché questi ultimi assumono la tipica colorazione. In acquario dimostrano una notevole aggressività intraspecifica, così da non poter essere tenuto in acquari con pochi rifugi e nascondigli. Secondo la mia esperienza, i migliori risultati sono stati raggiunti in vasche con la parte posteriore ricoperta di rocce fino alla sommità (in un caso i 370 litri lordi sono diventati 250 per 200 chili di rocce prelevate dal greto del fiume ed accuratamente lavate!), in modo tale da offrire riparo anche agli esemplari molto giovani, che come già detto tendono a vivere in acque basse, senza trascurare il fatto che con un'adeguata illuminazione le rocce si ricoprono di un manto algale che fornisce il tanto necessario cibo vegetale, proprio come in natura! Per quanto riguarda la convivenza con altri Trophens, è bene evitare colorazioni simili per minimizzare la possibilità eli eventuali incroci, che in ogni caso danno origine, per quanto se ne sa, ad esemplari insignificanti. Se si eccettuano le notazioni generali e la descrizione tassonomica, che è stata tratta dagli scritti di P. Brichard, il noto esportatore e naturalista belga mancato qualche anno fa, tutto quanto scritto dall'autore è stato ricavato per esperienza ed osservazioni dirette, ciò offre lo spunto per eventuali osservazioni, aggiunte o correzioni. Di

BIBLIOGRAFIA
BRICHARD P. (1978). Fisties ofLake Tanga-nyika. T.F.H. Public. Neptune City, N.J., USA -.KONINGS A. (1988). Tanganyika Cichlids. Verduijn Cichlids, Zevenhurzen, Holland.

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