2° parte
testo e foto di Heiko Bleher

Il fantastico viaggio di Amanda Bleher
La seconda guerra mondiale aveva fermato il crescente successo dei Discus che erano spariti. Non si trovarono esemplari nemmeno per la prima esposizione dei pesci d'acquario che mia madre, Amanda Bleher, organizzò insieme al dottor Grizmek. Negli anni '50 i Discus erano introvabili ed erano considerati pesci molto difficili da allevare ed impossibili da riprodurre.
In Europa vi erano pochi grossisti, Aquarium Hamburg di Griem che riceveva pesci e piante dal fratello che abitava a Rio, il Tropicarium Frankfurt che era stato appena aperto da Hans, il fratello di Eduard Schimdt- Focke, dietro consiglio di mia madre. All'est solo Haertel e pochi altri ripro-ducevano pesci, a Parigi la società Sidoli e a New York lo Stock Aquarium ed il Paramount Aquarium, con l'attivo Schneller. Infine Fred Cochu, che oggi ha quasi 90 anni, all'epoca cominciò a viaggiare in Amazzonia e nella Guya-na Britannica.
Nel 1953 i pesci erano ancora importati in recipienti di latta trasportati dalle navi che percorrevano gli oceani, ma i Discus non arrivavano. Fu così che mia madre decise di partire con le mie sorelle, mio fratello e me sulle orme di Natterer, alla ricerca dei Discus.


Prima di partire mia madre si consigliò con suo padre, Adolf Kiel, il più antico grossista importatore ed esportatore, l'uomo che sapeva più di chiunque altro sui pesci e sulle piante che aveva raccolto in tutto il mondo, fin dal 1887.
La nostra esperienza fu indimenticabile. I due anni attraverso il Sud America, passati in compagnia dei Cabixi, indigeni non ancora toccati dalla civilizzazione, che poco prima del nostro arrivo avevano ucciso e mangiato tre missionari bianchi, persi nel Mato Grosso che Natterer aveva visitato 130 anni prima, non sono che una piccola parte di questa avventura. La spedizione di Amanda Bleher, sola con quattro figli di cui la maggiore, I rene, di 14 anni ed il minore, io, di 8 è stata probabilmente la più audace di tutti i tempi. Una donna bianca con il coraggio di Tarzan - così scrivevano i giornali dell'epoca - per la prima volta nella storia ha attraversato l'Amazzonia
ed il continente sudamericano, dal l'Atlantico al Pacifico. Abbiamo raccolto innumerevoli piante e pesci, ma non abbiamo trovato i Discus nel Mato Grosso, dove li aveva segnalati Natterer. Con l'aiuto di una lontra addomesticata ho catturato il Wimple piranha (Catoprion species), Corydoras, Creni-cichla, Papilioch-romis altispinosa, tutti ancora sconosciuti alla scienza. Dopo aver vissuto per più di sei mesi nel villaggio dei Cabixi, mia madre decise di esplorare più lontano, verso ovest. E così attraversammo la Bolivia camminando con tutta l'attrezzatura e migliaia di specie, vive e morte, attraverso la giungla impenetrabile per più di due mesi.
All'inizio del 1955 raggiungemmo la missione di San Ignacio e potemmo continuare fino a Santa Cruz dopo esserci ripresi dalla fame, dalla stanchezza e dalle malattie. Per trasportare i pesci oltre le Ande, fino a Cocha-bamba prendemmo una corriera, ma durante un percorso accidentato l'autista perse il controllo e finì fuori strada. Lui e tutti gli altri passeggeri morirono, noi riuscimmo a a cavarcela a malapena ma perdemmo tutti gli esemplari catturati, piante, pesci, anfibi e rettili. Le notizie riguardo all'arduo compito di mia madre, la sua scoperta di Discus
fecero presto il giro del mondo ed alcuni tedeschi che vivevano in Brasile cominciarono la folle corsa al Discus ed al Tetra cardinale. L'etnologo Harald Schulz iniziò ad interessarsi anche di pesci e visitando le tribù indigene brasiliane catturò vari esemplari ed anche una cinquantina di Discus. Stegemann, un altro tedesco che viveva a San Paolo e riproduceva pesci, compì alcune spedizioni in Amazzonia. Una donna con quattro bambini aveva dovuto aprire la strada.
Intanto i Discus arrivavano sporadicamente in Germania e Eduard Schimdt-Focke ricevette il primo esemplare da Harald Schulz che in seguito si innamorò di sua figlia. Successivamente io gli ho procurato la maggior parte dei suoi riproduttori. Axelrod, che aveva appena fondato la casa editrice TFH, portò degli esemplari avuti da Schulz negli Stati Uniti ed Hans Willi Schwartz, un esportatore austriaco, cominciò a spedire qualche Discus in Europa e negli Stati Uniti via Georgetown, nella Guyana Britannica. Ricordo perfettamente mia madre con noi quattro (5 persone), con 2 scimmie cappuccine, una lucertola, un falco ed un pappagallo (5 animali), in piedi sulla prua della nave che era salpata da Buenos Aires il 5/5/1955, guarda caso
alle 5.05 di mattina, lo pensavo alla nostra incredibile avventura appena conclusa ed agli animali ed alle piante che avevamo perso. Sapevo che sarei tornato e promisi a me stesso che avrei catturato il re dei pesci d'acquario tenendo Tinscho, la scimmia cappucina che è stata con me per 32 anni, abbracciata intorno al mio collo, mentre ci scaldavamo a vicenda al sorgere del sole.
La mia ricerca dei Discus
Non tornai in Amazzonia fino al 1960, con mia madre, solo due anni dopo cercai i Discus.
In quegli anni i Discus erano una piccola voce nel totale del commercio dei pesci ornamentali, ne arrivavano pochissimi in Europa e negli USA, la cattura in natura era agli albori, tra mille difficoltà. I pescatori circondavano con una grande rete un'intera sponda del fiume e così una singola cattura dava spesso come risultato pochissimi esemplari. Normalmente ci voleva un'intera giornata prima che la sponda fosse sistemata e che la rete potesse essere tirata a riva.
Nel frattempo il Dottor Schmidt-Focke e sua moglie avevano avuto successo, ottenendo qualche deposizione, ma dopo loro nessun altro ci era riuscito.
lo volevo cambiare questa situazione, il Re dell'Amazzonia aveva il diritto di diventare più famoso. Bisognava catturarne di più e riuscire a ripro-durli.' Dopo i miei studi negli USA, ittiologia,
limnologia, oceanografia, parassitologia e biologia - nel frattempo avevo lavorato anche per la Gulf Fish Farm che riproduceva pesci nuovi e rari - ho incontrato Willi Schwartz. Nel 1964 avevo cominciato a costruire in Amazzonia una stazione di raccolta per Discus ed altri pesci. Con la barca di Willi potevo raggiungere posti inesplorati e catturare Discus mai visti prima. Inoltre cambiai la mentalità della popolazione locale, insegnandole a catturare i Discus di notte ed un nuovo metodo di imballaggio.
I Discus catturati erano sempre terribilmente danneggiati, feriti per i tentativi di fuga dalla rete o dagli altri pesci catturati come Hypostomus, Pimelo-dus,Phractocephalus, Loricaridi, Ser-rasalmidi e Cichlasoma severum, fe-stivum e psittacus. Tutto ciò si poteva evitare pescando di notte, come avevo fatto fin dall'infanzia. A notte fonda, con un potente fascio di luce, si possono individuare i Discus vicino ai tronchi appena sotto la superficie dove salgono perché nell'acqua più profonda la temperatura cala drasticamente dopo il tramonto. Invece lo strato più superficiale, scaldato durante il giorno dal sole forte, rimane più caldo, spesso fino al mattino. Accecati dalla luce violenta i Discus possono essere catturati con un retino, senza danni.
Verso la fine degli anni '60 i pescatori adottarono questo metodo ed ancora oggi la maggior parte dei Discus è pescata durante la notte, (continua)

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