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Facciamo un passo indietro. Dopo Faenza, e avuta l’approvazione del Museo, abbiamo cercato di capire se il luogo poteva essere adatto. Aldo è venuto a Pisa in gennaio, l’ho portato alla Certosa, e abbiamo convenuto che il posto era giusto (tutti quelli che sono venuti a Pisa possono testimoniare della bellezza e maestosità del luogo).
A questo punto si trattava di trovare il materiale: vasche, riscaldatori e filtri. Fortunatamente Aldo Reggi e Giorgio Melandri hanno trovato le vasche, donate da Eurolife, e il mio amico e negoziante Alberto Mantovani ha trovato la sponsorizzazione della Tetra (che ci ha donato 15 riscaldatori e 15 filtri).
Io ho fatto le locandine che sono state distribuite in tutta l’Università di Pisa e che il rappresentante Tetra ha distribuito a tutti i negozi della zona Pisa-Lucca-Livorno.

Le vasche sono state portate a Pisa da Pietro e Beatrice, con il furgoncino del Museo, e insieme abbiamo passato qualche giornata a pulirle, posizionarle, riempirle di acqua e farle “partire”.
Veniamo adesso al 23 e 24 aprile. I pesci hanno iniziato ad arrivare nella tarda mattinata del 23 (anche a causa del grande traffico, per i tre giorni di festa, che ha bloccato molte persone che stavano arrivando). Nel pomeriggio molte vasche erano “abitate” e sono arrivati i visitatori.

Alle 15 sono iniziate le relazioni. La sala delle conferenze è molto bella. E’ un vecchio teatro anatomico dell’Università di Pisa (una sorta di anfiteatro di legno) di circa 50 posti. Devo dire che, al momento dei saluti del Direttore del Museo, del Preside della Facoltà di Scienze e di Aldo (in rappresentanza del Presidente AIC), era pieno e alcune persone si sono dovute sedere su sedie aggiuntive.
La prima relazione, dal titolo “La storia naturale dei pesci” è stata tenuta da Giorgio Carnevale, attualmente assegnista di ricerca del CNR. E’ stata una relazione molto bella e che ha richiesto una notevole capacità di sintesi: esporre, in una relazione di un’ora, la sistematica dei pesci è una cosa che farebbe tremare i polsi a qualunque ittiologo. Giorgio se l’è cavata in modo egregio.

Dopo una pausa di un’ora per la visita alle vasche e per le “contrattazioni” abbiamo avuto la seconda relazione dal titolo “L’allevamento dei pesci da reddito, da ripopolamento e da ornamento”. L’ha tenuta Mauro Natali, responsabile del Centro ittiogenico del Trasimeno,che ha parlato dimostrando una grandissima esperienza e capacità. Tra le altre cose ci ha mostrato le foto di un allevamento di Tilapie (a scopo alimentare, mi piange il cuore!) in Israele, le foto di allevamenti di scalari, guppies ... del sud est asiatico e, infine, un video sul Centro che dirige.
La mattina successiva, domenica 24 aprile, Livio Leoni ha tenuto una relazione dal titolo “La fabbrica dei ciclidi. Storie di stra-ordinari speciazione nei grandi laghi africani”. Una relazione, con taglio scientifico, interessantissima. L’interesse suscitato è stato talmente grande che, alla fine, Simona Santini e Alessandro Cellerino, entrambi biologi che si occupano dell’argomento, hanno iniziato una discussione sulla speciazione simpatrica, che, a malincuore, ho dovuto interrompere per mancanza di tempo.

Per finire alcuni ringraziamenti e considerazioni. Per prima cosa devo ringraziare i relatori che sono stati bravissimi. Devo ringraziare anche gli espositori che, con la quantità e qualità dei pesci esposti, hanno dato un contributo essenziale alla manifestazione. Mi sento in dovere di citarli uno per uno:
Denis Lampredi, NicolòArmagni, Lorenzo Scarchini, Gianni Ghezzi, Dario Fassini, Augusto Pinti, FabioCallegari, PaoloSalvagiani, Massimo Massari, Orazio Armillotta.

Devo ringraziare in modo particolare Aldo Reggi con il quale sono stato in contatto quasi quotidiano nelle ultime due settimane. Infine, per quanto riguarda la manifestazione, non posso dimenticare l’ausilio dato alla segreteria da Luca Amadesi e da sua moglie Sandra.

Considerazioni per il futuro: Nicola Atzori (ciclidofilo pisano) mi ha dato la disponibilità per un aiuto nell’organizzazione dell’evento il prossimo anno per cui c’è possibilità di ripeterlo e di farlo diventare appuntamento fisso. Alcuni, sul Forum AIC, hanno pensato di farlo diventare “evento itinerante”. Su questo ho grandi perplessità, mi sono reso conto che “movimentare” le vasche è difficile e costoso, comunque chi è disposto ad organizzare un evento, con le vasche che attualmente sono alla Certosa di Calci, avrà tutta la mia disponibilità.

Roberto Barbuti