di Stefano Speranza

Tutti i suggerimenti che qui di seguito saranno menzionati sono il frutto della mia modesta esperienza personale, quindi non voglio assicurare che questo sia l'unico ed inappellabile modo di allevare in buona salute i nostri Tropheus, ma di sicuro questo è un metodo che ha sempre funzionato. Procediamo con ordine: preferisco suddividere questa "chiacchierata" in vari sezioni che sono: 1) Valori chimico fisici dell'acqua. 2) Filtraggio. 3) Arredamento della vasca. 4) Piante. 5) Illuminazione. 6) Coinquilini dei Tropheus. Dopo di che affronteremo ancor più dettagliatamente ciò che riguarda l'alimentazione e le patologie, con riferimento particolare a quelle intestinali.

1) Valori dell'acqua: Personalmente allevo i miei Tropheus in comune acqua di rubinetto, poiché fortunatamente possiede dei valori chimico-fisici quasi ideali. Questi sono:

Valore pH 8.2-8.8

Conduttività 650-670 ms.

Temperatura 27-28C

Poiché quest'acqua è di per sé dura ed alcalina, io non utilizzo nessun tipo di sale, al massimo tendo ad usare per sabbia e per l'arredamento dei materiali calcarei. Sarebbe comunque corretto valutare sia la durezza carbonatica che quella totale dell'acqua impiegata-, al fine di poter scegliere se questa necessiti dell'aggiunta di particolare miscele di sali. (Va ricordato in questo senso che la composizione salina del lago Tanganica differisce notevolmente da quella del lago Malawi e del lago Vittoria, per cui le miscele devono essere necessariamente distinte se si vogliono ottenere valori simili a quelli naturali, N.d.R.).

2) Filtraggio: Per quanto riguarda il filtraggio non ci sono delle differenze particolari da quello impiegato per qualsiasi altra specie di Ciclide del lago Tanganica, l'unica cosa che posso consigliare è l'utilizzo di un ottimo filtro meccanico, poiché i Tropheus sono molto voraci e vivaci e quindi tendono a sporcare rapidamente la vasca. Vale la regola "piùè grande e funzionante meglio è!"

3) Arredamento della vasca: L'arredamento della vasca per i Tropheus è molto più importante di quanto possa sembrare. Molto spesso infatti ci si lamenta dell'estrema aggressività dei maschi dominanti nei confronti di quelli dominati e soprattutto verso le femmine, anche durante il periodo riproduttivo. Questo comportamento aggressivo, che spesso scoraggia chi per la prima volta si avvicina ai Tropheus, è strettamente legato al nostro modo di arredare la vasca. Infatti, mi sento in grado di affermare che è più efficace una vasca di 300 litri arredata correttamente che una di 2000 litri, ma con arredamento mal disposto. Mi sono trovato a volte ad assistere a dei veri e propri "pestaggi" in vasche enormi ed invece vedere un bel gruppo di pesci pascolare indisturbato e pacifico in vasche di 200 1. L'accorgimento fondamentale per arredare al meglio una vasca specifica per i Tropheus è quello di sovrapporre le rocce fino alla superficie dell'acqua facendole, se è possibile, sporgere fuori; questo consentirà ai pesci indeboliti ed alle femmine che covano le uova in bocca di trovare un valido e sicuro riparo. Tale accorgimento in realtàè valido comunque per la stragrande maggioranza delle specie di Ciclidi dal comportamento spiccatamente territoriale. In caso non si seguano tali accortezze nell'arredare la vasca, l'esemplare sottomesso, dopo una estenuante fuga, si riduce in un angolo della vasca. A questo punto l'aggressività dell'individuo dominante aumenta progressivamente poiché quest'ultimo non vede retrocedere il suo avversario, costretto a causa del vetro a rimanergli di fronte. In questi casi l'irruenza dei pesci dominanti può portare anche a conseguenze letali. Per ovviare tali problemi alcuni allevatori hanno tentato di occupare gli angoli della vasca con dei tubi in PVC del diametro di circa 5 cm, per una lunghezza di circa 15 cm. Questa soluzione, sebbene efficace, può risultare di dubbio valore estetico. Diversamente, se l'arredamento arriva fino alla superficie dell'acqua, il povero malcapitato troverà prima o poi un rifugio per nascondersi e rimettersi in sesto avendo modo di alimentarsi, pur rimanendo fra le rocce. D'altronde anche io preferirei essere con Tyson in un labirinto che in un ring, soprattutto se fosse irritato con me! Un altro consiglio è quello di non sovrappopolare la vasca, non sempre il detto "più ce ne sono meglio è risulta valido, poiché inevitabilmente i più sottomessi sarebbero eliminati "naturalmente". 4) Piante: in un acquario per i Tropheus è possibile tenere delle piante, ovviamente esse devono sopportare dei valori d'acqua dura e alcalina. Personalmente ho notato che le piante più adatte sono quelle del genere Microsorium ed Anubias, anche se rischierebbero di essere danneggiate seriamente.

5) Illumuiazione: anche questa come l'arredamento è un fattore importantissimo. Poiché i nostri amati amici sono fitofagi ed in natura si nutrono del manto algale che ricopre le rocce, è indispensabile un'illuminazione molto intensa, in modo da ottenere la formazione di tali colonie algali. Questo risultato può essere raggiuntoocon deitubialneon fitostimolanti (OSRAM "Fluora" o le SILVANYA "Grò-lux") abbinate ad altre con uno spettro luminoso che più si addice alle richieste dell'occhio umano, come le TRITON o le ACQUASTAR. Per chi ha la possibilità di illuminare le vasche con dei faretti, posso consigliare l'uso di proiettori con lampade agli IODURI-METALLICI (OSRAM HQIT) che oltre a sviluppare in modo soddisfacente le alghe danno un aspetto assai naturale alla vasca.

6) Inquilini: personalmente allevo i miei Tropheus in vasche specifiche, ovvero vasche interamente dedicate a tale specie, così da poter rispettare le principali richieste ecologiche per il loro allevamento. Questo perché determinati fattori non aiutano l'appassionato a mantenere più specie in uno stesso acquario. Questi fattori sono soprattutto l'alimentazione, che nei Tropheus va ben controllata e il fatto di voler allevare gli avannotti insieme ai genitori, cosa impossibile se la vasca è condivisa da predatori (ad es. Neolamprologus kendalli). Ad ogni modo sono adatte, sotto il profilo del comportamento, i pesci appartenenti al genere Julidochromis, i molti conchigliofili, e altri erbivori come le Ophtalmotilapia.

 

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