testo Stefano Ornano, foto Stefania Teodonio

Ciò che a prima vista colpisce di più di questo splendido Ciclide è la sua forma particolare estremamente compressa lateralmente e la sua grande bocca che, essendo la mandibola più lunga della mascella, appare rivolta verso il basso conferendo al pesce un aspetto minaccioso e dimostrandone inequivocabilmente le abitudini di predatore. In natura si trova nella parte meridionale del lago Tanganica, soprattutto nell' area compresa fra Cameron Bay e Cape Chaitika, nello Zambia. Attualmente sono conosciute tre varietà cromatiche, la più diffusa nei nostri acquari è quella chiamata "black" nella quale il colore di fondo è molto scuro, quasi nero. La seconda varietà presenta un colore di fondo molto più chiaro, grigio-beige, è diffusa presso Cape Chaitika ed è nota con il nome commerciale di A.calvus "white". Questa varietà, che è stata oggetto di recenti importazioni, dopo un certo periodo trascorso in cattività tende, però, ad assumere un tinta più scura, pur senza arrivare ai toni della varietà precedente. La terza forma di colore, infine, è stata scoperta nel 1988 da R.Kruter nella zona di Chilange Rocks in Zambia in un punto intermedio rispetto agli areali di diffusione delle due precedenti varianti ed è di colore giallo-ambra.


Indipendentemente dall'area di diffusione, A. calvus presenta sui fianchi 12-13 barre di colore più scuro, inoltre tutto il corpo, pinne comprese, è punteggiato di piccole macchie bianco-argentate (che nella varietà nota come "black Zaire" sono un pò più grandi e meno numerose rispetto alla "black" dello Zambia). Questa caratteristica fa sì che in Germania questo pesce sia noto con il nome di Perlhuhncichlide cioè Ciclide gallina faraona. A. calvus è molto simile ad A. compressi-ceps, diffuso anche nel resto del lago, ma se ne distingue per la mancanza di squame nella parte postero-superiore della testa (da cui il nome specifico) e per una forma, a mio avviso, più elegante essendo la mandibola meno prognata, la fronte meno alta e le pinne più ampie. L'habitat preferito da A. calvus è soprattutto quello roccioso, infatti la sua forma appiattita gli consente di insinuarsi profondamente nelle fenditure delle rocce per catturare le sue prede preferite cioè piccoli gamberi e avannotti di altre specie. È comunque possibile osservarlo anche nella zona intermedia dove cioè ad aree rocciose si alternano aree sabbiose. In natura lo si trova già alla profondità di un metro dove si aggira solitario fra le rocce per scomparire in qualche anfratto al primo segno di pericolo. L'unica occasione in cui si può vedere in coppia è durante il periodo della riproduzione.
Il maschio può raggiungere i 15cm di lunghezza massima (ma raramente supera i 12-13 cm) mentre la femmina resta decisamente più piccola e misura di solito non più di 7-8 cm. Oltre alla diversa dimensione non risultano a prima vista altri elementi di dimorfismo sessuale, una buona possibilità è rappresentata dall'ispezione della zona ano-genitale, la femmina presenta infatti una papilla genitale considerevolmente più ampia dell'orifizio anale (posto più anteriormente), nel maschio è invece la papilla ad essere più piccola dell'ano (questa regola è valida per quasi tutti i Ciclidi ed è perciò di grande importanza per distinguere i sessi. N.d.r.). Sono più di due anni ormai che ospito nei miei acquari la stessa coppia di A. calvus "black"e devo ammettere che osservarli è sempre entusiasmante. Nell'ultimo anno, viste le dimensioni raggiunte dal maschio, ho trasferito la coppia in una vasca da 600 L. in compagnia di 5 esemplari di Cyphoti-lapia frontosa Zambia e due coppie di Neolamprologus niger. A. calvus, infatti, nonostante l'apparenza, è una specie molto tranquilla e poco territoriale che mal sopporterebbe la presenza di pesci molto vivaci.
Ho letto più volte che la riproduzione in acquario avviene raramente e che comunque il numero delle uova è sempre basso, ma per conto mio posso smentire queste affermazioni. In questi due anni ho potuto assistere a numerosi accoppiamenti, ad un ritmo di uno ogni due mesi circa, e il numero delle uova oscillava di regola fra le 120 e le 150 unità. In natura le uova vengono deposte nelle fenditure delle rocce o all'interno dei piccoli recessi formatisi fra i depositi di sali di calcio che ricoprono le rocce stesse, mentre in acquario invece, il più delle volte è necessario fornire a questo pesce delle conchiglie (più grandi,però,di quelle che utilizziamo per i piccoli "conchigliofili" ). La deposizione non è preceduta da attività particolarmente fre-netiche ed il corteggiamento è piuttosto sobrio. Il maschio incalza sempre più da vicino la femmina attraverso brevi e rapidi guizzi laterali invitandola ad entrare nella conchiglia dove lui non penetra mai neppure se questa è di dimensioni tali da poterglielo permettere. Infatti, anche quando deve fecondare le uova si pone immobile per qualche istante all'ingresso di questa e qui espelle il liquido seminale. Il movimento dell'acqua provocato dalle pinne pettorali della femmina, che durante la deposizione delle uova entra ed esce di continuo dal nascondiglio, favorisce la fecondazione. A partire da questo momento il maschio comincia a difendere un piccolo territorio attorno al luogo della deposizione. Fino al momento della schiusa delle uova, che hanno un diametro di 1,5-2 mm, e alla completa formazione degli avannotti, cioè un paio di settimane, la femmina abbandona molto raramente, e solo per nutrirsi, la covata e in questi casi è il maschio che si pone di fronte all'apertura del nascondiglio per impedire ai piccoli di sfuggire o ad eventuali aggressori di insidiarli. Le uova si schiudono dopo 4-5 giorni dalla deposizione e le larve impiegano un'altra settimana prima di poter nuotare normalmente. A quest'età hanno una lunghezza di circa 5 mm e il loro corpo ha una colorazione mimetica particolare, fatta di macchie marroni, nere e bianche che scomparirà completamente solo una volta raggiunta la taglia di 4-5cm. La colorazione giovanile li rende poco individuabili quando sono immobili sul fondo sabbioso sul quale si spostano con piccoli balzi successivi al fine, penso, di attirare il meno possibile l'attenzione. Nei casi in cui ho deciso di allevare la covata ho tolto la conchiglia dall'acquario dopo circa 10 giorni dalla deposizione in modo che i piccoli, non ancora perfettamente formati, non potessero sfuggire per poi allevarli in un altra piccola vasca e riuscendo così a salvare la bellezza di 130-150 avannotti. Questo elevato numero non costituisce un'eccezione, ma la regola se la femmina è lunga 8-9 cm. I piccoli, dopo le prime settimane, crescono con sempre maggior lentezza nonostante siano dotati di ottimo appetito e possano venire alimentati oltre che con i sempre indispensabili naupli di artemia anche con i più comuni cibi confezionati o, meglio, vivi. A tre mesi misurano poco più di 2 cm, ma solo a due anni di età raggiungono i 5-7 cm e la maturità sessuale. Questa estrema lentezza nella crescita è però compensata da una notevole longevità. Sono infatti segnalati esemplari vissuti in cattività anche dieci anni. Oltre alle cure parentali, ci sono altri comportamenti che rendono interessante l'osservazione di questo Ciclide, uno di questi
è il singolare atteggiamento di difesa che non ho mai riscontrato in nessun altro pesce. Quando viene aggredito, infatti, anziché scappare o contrattaccare come fanno quasi tutti gli altri animali, si blocca sul posto ed assume una posizione caratteristica inarcando il corpo offrendo all'avversario il fianco dal lato convesso nel quale le scaglie sono venute a sollevarsi esponendo il loro margine libero aguzzo. A quanto pare tale reazione, che ricorda un po' quella del porcospino, disorienta l'antagonista al punto da farlo desistere dall'attacco e così il nostro dopo pochi istanti si allontana in tutta tranquillità. Un altro comportamento, per la verità molto meno "signorile", è quello che manifesta quando nelle vicinanze del suo territorio si verifica un accoppiamento fra Ciciidi incubatori orali. Varie volte, infatti, l'ho sorpreso appostarsi immobile a poca distanza e nel momento in cui la femmina intenta nell'accoppiamento espelleva un uovo, si proiettava come un lampo ad ingoiare il boccone e altrettanto rapidamente recuperava la posizione senza che la derubata potesse rendersi conto di quanto fosse successo. La cosa più sorprendente è però il fatto che i pesci depredati non sembrano quasi curarsi di tale predone. Ho potuto infatti osservare per intero un accoppiamento di Spathodus eiythrodon durante il quale il maschio di tanto in tanto interrompeva la sua occupazione per scacciare con veemenza i pesci che si avvicinavano troppo, ma mai gli A.calvus che così, senza neppure nascondersi, sono riusciti a sottrarre oltre la metà delle uova deposte. Questo comportammo appare difficilmente comprensibile. In conclusione permettetemi di consigliarvi questo splendido Ciclide : il suo aspetto particolare, 1' eleganza nel nuoto, le cure parentali, il carattere deciso, ma non aggressivo, sono tutte caratteristiche che vi renderanno estremamente soddisfatti della scelta.

BIBLIOGRAFIA :
HERRMANN H.J. (1987) Die Buntbarsche der Alten Welt-Tanganjikasee.Edizion Kernen. Essen, Germany.
KONINGS A. (1988) Tanganyika Cichlids. Verduijn Cichlids & Lake Fish Mo-vies. Zevenhuizen, Holland.

 Torna indietro